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Gettare 100 semi in un campo non significa aver piantato 100 alberi
giu 21, 2021 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
Lo scorso 8 aprile Adam Welz, scrittore, fotografo e regista sudafricano, ha pubblicato un interessante articolo su Yale Environment 360 (il magazine online della School of the Enviroment di Yale) dal titolo “Are Huge Tree Planting Projects More Hype than Solution?”, che per dirla in italiano significa “I grandi progetti di piantumazione d’alberi sono più una moda che una soluzione?”.
L’articolo si snoda attraverso una serie di critiche affilate, ma del tutto ragionevoli, a quei grandi progetti che sbandierano numeri e vivono di annunci riguardanti la piantumazione di alberi. Come ho letto quell’articolo, per prima cosa l’ho condiviso con i miei colleghi di Treedom, pregandoli di leggerlo con attenzione ed ora sono qui a dire anche sul nostro blog che si tratta di un articolo da leggere.
È perché sono impazzito? No (o almeno non ancora!). È perché credo che sempre di più quello che 11 anni fa, quando Treedom è nata, sembrava una follia - lavorare piantando alberi in giro per il mondo - sia oggi un’attività a cui molti si dedicano. È quindi opportuno, giusto e per certi versi inevitabile, che si alzi la soglia di attenzione nel valutare l’effettiva capacità di questi progetti di rispondere agli impegni che si assumono e, forse ancor di più, di verificare affermazioni che spesso destano legittimi dubbi.
I progetti di piantumazione di alberi con cifre da capogiro sono una truffa?
“Nel 2019, l'Etiopia ha affermato di aver piantato 350 milioni di piccoli alberi in meno di 12 ore, battendo il record mondiale di alberi piantati in un giorno. Nel 2014, una provincia del Pakistan ha lanciato un progetto di piantagione "Billion Tree Tsunami" (lo Tsunami da 1 miliardo di alberi), che è stato ampliato in un progetto nazionale "10-Billon Tree Tsunami" (lo Tsunami da 10 miliardi di alberi”) nel 2018”.
Questi sono alcuni dei casi citati da Welz nel suo articolo. Numeri impressionanti, a cui tuttavia non segue una verifica sull’effettivo successo di queste campagne. Per successo s’intende la reale capacità di questi piccoli alberi di attecchire, sopravvivere e crescere. Quanto? Abbastanza da poter considerare che saranno in grado di assorbire e stoccare CO2 nelle proprie parti legnose. Sempre Welz scrive: “Gli scienziati hanno iniziato la loro pubblica battaglia contro i progetti di piantumazione di alberi su larga scala, basati sull’annuncio di numeri”.
Dieci miliardi di alberi, 350 milioni di alberi in 12 ore … sono effettivamente cifre da capogiro. Treedom ha impiegato 10 anni per piantare il suo primo milione di alberi. Ciò è stato dovuto non solo al fatto che abbiamo impiegato del tempo per sviluppare il nostro modello di lavoro, ma anche al modello stesso che abbiamo scelto. Siamo partiti dall’assunto che piantare un albero non significa gettare un seme, è un lavoro molto più complesso.
Non solo da un punto di vista tecnico - servono infatti competenze e risorse per creare luoghi adatti a far germinare e crescere i piccoli alberi - ma anche e soprattutto da un punto di vista strategico. Passare da essere “piantatori” di alberi a “coltivatori” di alberi, significa infatti ragionare sul medio e lungo periodo e per questo è necessario individuare l’albero giusto per il posto giusto e lo scopo giusto.
Il progetto Treedom: non solo piantatori di alberi, ma anche coltivatori di alberi
Piantiamo alberi - salvo alcune eccezioni, come nel caso della piantagione di Mangrovie - in sistemi agroforestali che integrano gli alberi all’interno di terreni dedicati all’agricoltura. Per farlo collaboriamo con comunità locali di agricoltori e contadini, che coinvolgiamo nei nostri progetti grazie alla collaborazione con ONG locali. Sono loro - con il nostro supporto - a doversi prendere cura degli alberi nel tempo, sono loro che lo faranno perché quegli alberi daranno loro benefici diretti, compresi quelli offerti dai frutti che produrranno e che sono di proprietà degli stessi contadini.
Cerchiamo infine di offrire trasparenza a coloro che scelgono di pagare per piantare un albero con Treedom, censendo di fatto ogni singolo albero, fotografandolo e geotaggandolo al momenti in cui viene messo a terra. Crediamo che attraverso ciò che facciamo, si possa creare un ponte tra persone che abitano in luoghi diversi e spesso lontani e per questo cerchiamo di raccontare i nostri progetti a coloro che decidono di piantare un albero con noi.
Nel momento in cui scrivo stiamo per raggiungere i 2 milioni di alberi piantati e se per raggiungere il primo milione ci sono voluti 10 anni, questo secondo milione è arrivato in poco più di un anno. Ciò conferma il forte interesse e la grande passione che si muove a livello globale intorno ad iniziative che mirano a rendere più verde il nostro pianeta.
Un esempio da citare in merito a realtà che hanno deciso di abbracciare il nostro progetto è sicuramente Altroconsumo, la più grande associazione di consumatori italiana. Infatti, Altroconsumo ha realizzato una propria foresta regalando al nostro Pianeta più di 10.000 alberi.
Con l’aumentare dell’interesse aumenta inevitabilmente anche la soglia dell’attenzione nel verificare la validità del lavoro che viene svolto. I rischi ci sono, è evidente, ma la nostra convinzione è di aver sviluppato un metodo che non solo offre garanzie, ma che prima dei numeri, mette al centro le persone e l’ambiente.