3 leggende che forse non conosci sul salice piangente

apr 14, 2015 | scritto da:

Il salice piangente stuzzica da sempre la fantasia dell’uomo che è stato in grado di creare intorno ad esso un’aurea di magia e mistero inventando decine di leggende e favole che ne hanno fatto un albero legato ora al mondo fiabesco, ora alla mitologia, ora alla misticità cristiana. Intorno alla sua origine sono sorte varie favole che appartengono a tutte le epoche e religioni, per questo non è possibile delineare con certezza univoca l’origine leggendaria del salice piangente. Vediamo adesso alcune delle leggende più comuni.

1- Senza dubbio il salice è un albero legato alla simbologia del cristianesimo più ortodosso, infatti esiste una leggenda che narra come questa pianta abbia cambiato il suo aspetto proprio al tempo di Gesù Cristo: mentre Gesù portava la croce, nel momento esatto della passione, esausto ed impossibilitato nel cammino, si accasciò per un attimo ai piedi di un salice che si ergeva sul suo cammino e che, impietosito da tanta sofferenza, incurvò tutti i rami verso il basso proprio per aiutarlo a rialzarsi e sostenerlo con le sue fronde. Quando Gesù riprese il suo cammino, sempre perseguitato dalle fustigazioni dei soldati, il salice rimase con tutte le fronde abbassate e continuò a piangere per sempre.

2- Esiste un’altra leggenda che spiega la attuale fisionomia del salice piangente in una chiave di lettura che si rifà direttamente alla simbologia cattolica e che narra di come il salice, originariamente con i rami protesi verso l’alto, si trovasse in un bel recinto (10 comandamenti) e fosse oggetto delle cure meticolose di un contadino (Dio) che lo annaffiava tutti i giorni. Una volta un serpente (il peccato) andò a fargli visita e cominciò ad istigarlo a lasciare quel recinto in cerca della libertà che esso non aveva mai conosciuto. Il salice, inesperto ed ingenuo, si fece convincere ed abbandonò il recinto andando ad insediarsi laddove il serpente aveva consigliato. Il serpente spese tutto il giorno a ricoprire le radici del salice dicendo di volere il suo bene, ma in realtà lo aveva portato in un posto dove non batteva mai il sole e non scorreva acqua. Ed è così che le fronde ed i rami del salice si abbassarono per sempre ed esso non smise più di piangere.

3- Un’altra leggenda racconta invece come il salice, sempre albero con bellissimi rami diretti verso l’alto, strinse amicizia con un ruscello che iniziò a raccontargli del mondo e della vita e di tutte le cose che la sua corrente poteva conoscere viaggiando incessantemente per molti chilometri. Un giorno entrambi udirono dei boscaioli intenzionati a tagliare il salice proprio per la sua grande bellezza ed insieme studiarono uno stratagemma per scampare il pericolo: il salice iniziò ad incurvarsi verso il basso, sporgendosi in avanti fino a toccare l’acqua del fiume ed iniziò ad abbassare tutte le fronde e tutti i rami per apparire il più triste possibile. I boscaioli, infatti, non appena videro questo cambiamento repentino, decisero di non tagliare l’albero perché in quella posizione così “piangente” doveva essere per forza malato o maledetto.

I miti intorno al salice sono davvero numerosi e molti di essi nascono nell’estremo est asiatico e in Giappone, da dove l’albero proviene. Non è possibile decidere quale sia il vero mito sull’origine del salice piangente, quel che è certo è che questo albero da sempre stimola la fervida immaginazione di popoli e culture completamente differenti tra loro.

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