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A ciascuno il proprio influencer (ma prima i contenuti!)
nov 11, 2019 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
Periodicamente fanno il loro ingresso nel lessico imprenditoriale parole che segnano svolte, alcune radicali, altre solo superficiali. Storytelling è una parola che imperversa ormai da anni, mentre più di recente, ma con altrettanta diffusione, è arrivata la parola influencer.
Come spesso accade queste parole si portano dietro librerie di manuali, valanghe di consigli, miriadi di esperti e tanto altro da non saper distinguere più cosa può essere davvero utile per la propria azienda e cosa invece no.
Per cercare di farla semplice, la nostra esperienza più recente ha coinvolto degli influencer per fare dello storytelling e proveremo a raccontarvi brevemente (e in italiano) di cosa si è trattato, perché potrebbe essere utile anche per voi.
Il nostro scopo era: mostrare il nostro lavoro e raccontarlo in modo nuovo rispetto a quanto già facciamo. L’oggetto di questo racconto non era tanto il prodotto in sé, nel nostro caso l’albero, ma tutto quanto di positivo esso è in grado di generare. La prima analisi è stata focalizzata su questo: sintetizzare in poche parole chiave il senso del nostro lavoro.
Le famiglie di parole per noi interessanti, escludendo quelle già note relative agli aspetti ambientali e sociali del nostro lavoro, avevano attinenza con il viaggiare e più nello specifico con il racconto di viaggio. Perché il nostro lavoro si svolge soprattutto in paesi con tradizioni e culture peculiari, la cui scoperta può arricchire ulteriormente l’esperienza dei nostri utenti.
Abbiamo puntato su questo aspetto per aggiungere valore al nostro prodotto ed abbiamo cercato le persone giuste per farlo. “In Viaggio col Tubo” è il nome del progetto condotto da una coppia di ragazzi, Giorgio e Martina, che hanno un bel seguito sui social, perché producono videoracconti di viaggio di grande qualità.
Insieme con alcuni membri del nostro team, Giorgio e Martina hanno visitato il nostro nuovo progetto in Tanzania, raccontandolo nel proprio linguaggio. Un linguaggio non solo compatibile con quello di Treedom, ma capace di mettere in luce aspetti nuovi, legati alla scoperta di un paese come la Tanzania, con i suoi usi quotidiani e le sue abitudini.
Il risultato è stata una serie di contenuti video firmati “In Viaggio col Tubo”, ma perfettamente in linea con i valori di Treedom. Questi contenuti, suddivisi in puntate, sono stati veicolati alla nostra community che ha gradito l’esperienza commentandola in modo entusiasta.
Riassumendo in una sequenza di lavoro generale: il punto di partenza sono (sempre) i valori che rappresentano un’azienda.
A seguire vengono:
. i contenuti in grado di rappresentare questi valori
. la scelta di ambasciatori coerenti
. il corretto veicolo per raggiungere il pubblico
. la raccolta dei feedback
Uno schema semplice, ma in cui il passaggio cruciale della scelta degli ambasciatori richiede una nota di dettaglio. C’è infatti un triplice legame di coerenza che si deve rispettare:
• Tra la community dell’influencer e il proprio brand
• Tra la community dell’influencer e l’influencer stesso (si pensi alla differenza tra la celebrity che viene seguita solo per “fama” e l’influencer di nicchia che crea contenuti di valore)
• Tra l’influencer e il proprio brand (ci sono valori in comune? c’è la capacità di capire il brand e raccontarlo?)
Se la cosa sembra semplice, appunto, “sembra”.