B Corp, quando non conta solo il profitto

lug 08, 2019 | scritto da:

Oggi sta venendo meno il vecchio concetto di Milton Friedman secondo cui l'unica responsabilità sociale delle imprese è quella di massimizzare i profitti”.

A scriverlo su Forbes è Michele Giddens, cofondatrice di Bridges Fund Management, specializzato in investimenti su sostenibilità e impatto sociale.
Sembra una frase ad effetto, ma è in linea con quanto autorevoli commentatori stanno scrivendo sulla crescita di aziende aderenti ad un modello di business che si carica di responsabilità che vanno oltre il profitto.
È il modello che viene definito Benefit Corporation e che, per dirla con le parole di Andrew Hill, editor del Financial Times, “ è il prodotto di un riesame globale dei modelli aziendali dopo la crisi economica e finanziaria”. 

Per stabilire l’adesione di un’azienda a questo nuovo modello, esiste uno strumento che si sta diffondendo sempre più ed è la certificazione B Corp. 
Le Certified B Corporation, dette per semplicità BCorp, sono aziende che si impegnano a rispettare determinati standard (performance, trasparenza e responsabilità) e operano in modo tale da ottimizzare il loro impatto positivo verso i propri dipendenti, le comunità nelle quali operano e l’ambiente.

Treedom festeggia quest’anno i suoi primi 5 anni come B Corp. Un’esperienza iniziata grazie ad un viaggio e ad un intuizione, come racconta Federico Garcea, fondatore e CEO di Treedom: “ Ho conosciuto il movimento delle B Corp durante un viaggio in California nel 2014. Ho pensato subito che questo nuovo modello fosse esattamente nel nostro DNA e appena tornato in Italia ho subito chiesto di fare l’applicazione per aderirvi. Treedom è stata la prima B Corp italiana insieme a Nativa”.

La certificazione BCorp viene rilasciata da B Lab, un ente non-profit statunitense, e per ottenerla vengono misurate le performance aziendali su 5 aree:
 . Governance (responsabilità e trasparenza)
. Persone (salari e benefit, formazione, qualità dell’ambiente lavorativo, proprietà ecc.)
. Comunità (politiche di fornitura e logistica, creazione di posti di lavoro, azioni di supporto per la comunità ecc.)
. Ambiente (efficienza energetica, riduzione rifiuti e riduzione dell’impatto ambientale lungo tutta la filiera lavorativa ecc.)
. Clienti (impatto positivo dei prodotti e/o servizi sul cliente).

Se si superano i vari step di controllo l’azienda può raggiungere lo status BCorp ed utilizzare, sui prodotti e sulle proprie comunicazioni, il brand Certified B Corp. 
I parametri da rispettare sono molto elevati e la stessa analisi della propria azienda secondo tali criteri è un importante strumento per migliorarsi. Lo spiega bene proprio Federico Garcea: “ Quando mi sono trovato davanti l’assessment pensavo: sarà facilissimo, perché la nostra è l’azienda più sostenibile al mondo. In realtà quell’assessment è difficile da superare, ma allo stesso tempo è utilissimo per capire come l’azienda può migliorare, perché per ogni voce su cui vieni misurato, ti vengono anche suggeriti alcuni punti per aiutarti ad elevare i tuoi standard”.
La certificazione è valida per tre anni, periodo dopo il quale deve essere eventualmente rinnovata.

Il modello B Corp è stato ideato nel 2006 e da allora il numero di aziende che vi hanno aderito è cresciuto in modo esponenziale, passando dalle 125 del 2008, alle quasi 2.600 del 2018.
Il motivo di questo successo è nelle parole di Robert James Shiller, premio Nobel per l’economia nel 2013: “ Le BCorp hanno un doppio scopo (generare profitti e benefici) e avranno risultati economici migliori di tutte le altre aziende”. I dati sulle performance delle BCorp stanno dando ragione alla previsione di Shiller e dimostrano che l’assunto di Friedman, più che venir meno, ha cambiato i propri parametri e che la responsabilità sociale d’impresa è un valore decisivo per garantire il futuro di un’azienda.
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