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Faggete italiane Patrimonio dell’Umanità
lug 17, 2017 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
La leggenda narra che San Francesco si trovasse sui monti intorno a Rivodutri, al confine tra Lazio e Umbria, quando scoppiò un forte temporale. Per cercare riparo si strinse al tronco di un grande faggio che, per miracolo, piegò i propri rami a formare un ombrello per proteggerlo. È una delle tante storie popolari di cui sono protagonisti i faggi, tra gli alberi più maestosi e longevi delle nostre foreste. Tanto che proprio 6 faggete italiane sono state incluse dall’Unesco nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Sono le faggete:
. di Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
. del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
. della Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano
. di Cozzo Ferriero, nel Parco Nazionale del Pollino
. del Monte Cimino e di Monte Raschio, nel Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano
Si tratta di foreste vetuste, con alberi che raggiungono i 600 anni d’età ed altezze di quasi 50 metri, che conservano intatto un habitat dalla ricchissima biodiversità arborea. Il riconoscimento come patrimonio naturale è stato attribuito per il loro valore ecologico di rilievo globale ed è la prima volta che questo accade per un sito italiano.
Nel caso specifico tuttavia, si tratta di un sito che va oltre i confini del nostro paese. Nel 2007, infatti, l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità le Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa, un complesso di foreste che si estende per 185 chilometri dall’Ucraina, alla Slovacchia. A queste si sono aggiunte, nel 2011, una serie di foreste tedesche ed infine, pochi giorni fa, le 6 faggete italiane insieme ad altre 57 di Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Romania, Slovenia e Spagna.
Dalla fine dell'ultima era glaciale, partendo da alcuni punti isolati nelle Alpi, nei Carpazi, nel Mediterraneo e nei Pirenei, il faggio europeo si è diffuso in tutto il continente nel giro di poche migliaia di anni in un processo ancora in corso. Il riconoscimento di queste antiche foreste europee nella lista dell’Unesco è il segno di un’attenzione crescente verso un patrimonio che è naturale, ma anche storico e culturale. E per noi di Treedom questa è una bellissima notizia.