Il Cerchio della Vita: la Giornata Internazionale della Biodiversità

mag 21, 2021 | scritto da:

Poche cose al mondo riescono a farmi battere il cuore quanto le prime note incalzanti del Re Leone, fin da quando le ho ascoltate per la prima volta, con le gambe che nemmeno toccavano terra nel buio del cinema.
Vi ricordate il ritornello?

It’s the circle of life/
and it moves us all/
'Til we find our place
On the path unwinding
In the circle
The circle of life

Oltre a far vibrare potenti le vostre ugole, queste strofe sono portatrici di un pensiero molto attuale, e molto più profondo di quanto ci si potrebbe aspettare da un prodotto di intrattenimento per bambini: facciamo tutti parte del grande cerchio della vita.
Mi chiedo se questa possa anche essere la canzone preferita di Michelle Nijhuis, una giornalista americana che da decenni scrive su temi legati al clima per alcune delle testate più prestigiose al mondo, dal National Geographic al New York Times Magazine.
Nell’ultimo articolo che scrive per il blog di Yale, Yale Environment 360, Nijhuis ci ricorda quanto la nostra esistenza sia interconnessa e interdipendente da quella delle altre specie animali, “non solo perché i virus dei loro corpi possono entrare nei nostri, ma perché sopravviviamo grazie al suolo che fertilizzano e alle piante che impollinano”.

Il concetto stesso di natura, secondo la giornalista, è fumoso, perché crea una distanza fra noi e il mondo naturale. E si sa, è più facile distruggere ciò che percepiamo diverso da noi. Ma è una tendenza che sta cominciando ad invertirsi: oggi si parla di biodiversità, laddove prima si sarebbe parlato di natura, perché restituisce meglio un’idea di vita complessa, brulicante e in costante evoluzione.
E si comincia a parlare di diritti inalienabili anche per le specie animali e i loro habitat, un’idea che suona ancora rivoluzionaria, ma non più di quanto lo sembrassero, fino ad una manciata di anni fa, la giornata lavorativa di otto ore, o il voto alle donne.
A Treedom, ci crediamo nella solidarietà fra le specie. Così tanto che piantiamo sia alberi da frutto che specie forestali, negli stessi terreni dove si piantano colture annuali classiche (come mais, fagioli, o manioca). Questa coesistenza offre rifugio e nutrimento a diverse specie vegetali e animali, resiste meglio alle malattie e diventa un paradiso per gli insetti impollinatori;

Perché la natura è una rete: tirare un filo vuol dire modificare l’intera trama.

https://wwnorton.com/books/9781324001683
https://www.lse.ac.uk/sociology/people/carrie-friese
https://e360.yale.edu/features/species-solidarity-rediscovering-our-connection-to-the-web-of-life


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