Oggi facciamo scorta di tenerezza. Conoscete il Wolong National Nature Riserve? È una riserva naturale protetta, situata in Cina, che si estende per ben 200.000 ettari. Negli ultimi tempi è stata al centro dell’attenzione mediatica di tutto il mondo per le stravaganti (ma efficaci) tecniche utilizzate per la salvaguardia del panda gigante, l’ospite prezioso della riserva.
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Questo tenero orso bicolore, il panda, è il simbolo della Cina, tuttavia, come saprete, è una specie in estinzione; si registra infatti un numero di esemplari davvero esiguo. Nella riserva in questione, i panda trovano un’ambiente quanto più simile a quello che troverebbero in natura, così da essere pronti per il rilascio nel mondo selvaggio. Ma questo non è bastato. Nel 2005, infatti, un primo rilascio di un maschio adulto non è andato a buon fine, per via della poca dimestichezza alla vita selvaggia – sospettarono gli scienziati. Così il direttore Zhang Hemin – chiamato simpaticamente Papà Panda – e la sua squadra, hanno capito che gli animali nati in cattività non sapevano come comportarsi, una volta tornati nella natura e che, quindi, per far sopravvivere i panda fuori dalla riserva bisognava abituarli a crescere allo stato brado o quasi, eliminando qualsiasi traccia umana dal loro mondo. Vi starete chiedendo – Come? Travestendosi.
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Ancora oggi l’equipe che si prende cura di loro, prima di entrare in contatto con gli animali, indossa costumi bianchi e neri con tanto di maschera di panda! E c’è di più. Oltre all’aspetto, dovranno anche “profumare” come un panda, imperniando i loro costumi di odori familiari agli animali – feci e pipì! Risultato? La strategia sembra funzionare! L'anno scorso sono nati 21 cuccioli e due sono stati reintrodotti con successo nell'ambiente naturale.
Continuate così, ragazzi!
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