Si sa, spesso l’evoluzione è fatta di corsi e ricorsi storici. Non dovrebbe quindi sorprendere molto il trend attuale che vuole materiale del futuro il caro, vecchio legno. Ma il largo ricorso a questa risorsa naturale, scelta per la sua sostenibilità, quali ricadute genera nella filiera della produzione mondiale?
La Fao, Food and Agricolture Organization, ha recentemente pubblicato il report annuale introducendo per la prima volta nelle sue statistiche un dato sulla produzione mondiale di legno. I numeri sono in crescita, come accade da sei anni a questa parte, e segnano un aumento che oscilla tra l’1 e l’8% a seconda delle aree geografiche considerate. La radice di questo incremento è da ricercare nella svolta eco-compatibile intrapresa dal settore edilizio e nella promozione del ricorso a biocombustibili.
“È l’inizio dell’età del legno” ha affermato l’architetto inglese Andrew Waugh, responsabile di un progetto di sviluppo residenziale a Londra che ha il primato mondiale come volumi di legname da costruzione impiegati. È proprio il settore edilizio a trainare l’incremento del fabbisogno di materia prima, con una significativa prevalenza delle richieste da Asia e Nord America. L’avvento, e poi la larga diffusione, delle tiny house ha fatto la sua parte: i piccoli moduli abitativi puntano alla sostenibilità ricorrendo a materiali eco-compatibili da costruzione. Un esempio su tutti è ‘Diogene’, la mini-casa progettata dal noto architetto Renzo Piano, che prende nome dal filosofo greco che scelse di abitare in una botte per allontanarsi dalla vita convenzionale.
Da sottolineare l’impennata della produzione di pellets, soprattutto in ambito europeo: la richiesta di biocombustibili è cresciuta di dieci volte nell’ultimo decennio, raggiungendo nel 2015 i 28 milioni di tonnellate. A questi andamenti in crescendo, si abbina un calo dei prezzi: il valore del legno, e conseguentemente della carta, venduti nel mondo è sceso da 267 a 236 miliardi di dollari.
Il ricorso al legno, invece che ad altri materiali che causano l’immissione in atmosfera di elevati volumi di CO2, è un segnale positivo in termini di sostenibilità, ma solleva l’attenzione sullo sviluppo responsabile della filiera di approvvigionamento dalle foreste. Largo alle buone pratiche di riuso e riciclo, secondo i virtuosi meccanismi dell’economia circolare. Esemplificativo il caso dell’industria della carta: ad oggi la ‘materia prima seconda’, la carta riciclata, copre più della metà (55%) del fabbisogno di fibre usate per la produzione. Un incoraggiante incremento del riciclo del 54% rispetto al 2000. La coscienza civica comincia a mettere radici, proprio come gli alberi!