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Stop al governo brasiliano. Dall'Amazzonia nuovi segnali di speranza.
ago 30, 2017 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
Se qualcosa può andare storto, lo farà. Sembrava che la più universale delle leggi di Murphy stesse trovando nuova applicazione in Amazzonia, finché la decisione di un giudice non ha fermato tutto. E intanto un report del WWF ha rivelato che, tra il 2014 e il 2015, proprio in Amazzonia è stata scoperta una nuova specie animale o vegetale ogni due giorni. Il tasso più alto mai registrato nell'ultimo secolo.
Ma andiamo con ordine. La scorsa settimana il governo brasiliano aveva deciso di concedere per attività di sfruttamento minerario la Renca, una porzione di foresta di 46.000 km², grande quanto un sesto dell’Italia. Dal 1984 la Renca è stata protetta come riserva naturale permettendo di sottrarre allo sfruttamento una delle aree più ricche di minerali e non ancora esplorate del continente americano.
La decisione del governo guidato da Michel Temer, attualmente in carica dopo l’impeachment di Dilma Rousseff e anch'egli toccato da alcune inchieste per corruzione, accoglieva le richieste di vari gruppi di pressione, economici e finanziari, ma ha sollevato numerose critiche interne e internazionali. E la cosa non è stata vana, perché delle varie proteste contro la misura governativa, una in particolare ha preso corpo in una petizione popolare che martedì è stata accolta dal giudice federale di Brasilia. Il decreto governativo è stato bloccato ed il giudice ha stabilito che una scelta tanto delicata non può essere presa se non attraverso un iter legislativo che coinvolga il Congresso.
Per ora, dunque, la Renca è salva e, come a dare ulteriore speranza, è stato pubblicato proprio due giorni fa un report del WWF che ribadisce quanto sia ricca di biodiversità la foresta pluviale amazzonica. Nonostante i numerosi fronti della deforestazione che ne intaccano costantemente il territorio, ogni due giorni, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2015, è stata scoperta in Amazzonia una nuova specie animale o vegetale, per un totale di 381 nuove specie; dal delfino rosa di fiume alla lucertola dai baffi gialli. È l’ennesima riprova di quanto ancora ci sia da scoprire sulla vera ricchezza di questa grande foresta, la cui vitalità continua ad opporre resistenza a tentativi di sfruttamento come quello che aveva provato a mettere in atto il governo brasiliano. Questa ed il sostegno di un’attenta opinione pubblica capace di mobilitarsi in modo mirato, rappresentano segnali di speranza per un nuovo futuro dell’Amazzonia.