Treedom e il cacao ad Haiti e in Camerun

giu 11, 2018 | scritto da:

Le piante di cacao crescono in condizioni particolari di terreno e umidità (hanno bisogno di un’umidità compresa tra il 70 e il 100 per cento), e la maggior parte di esse viene coltivata in Costa d'Avorio e in Ghana, da dove arriva oltre il 50 per cento di tutto il cacao che si consuma nel mondo, spesso da coltivazioni intensive che adesso sono minacciate dalle temperature più calde e dalle condizioni atmosferiche più secche: le previsioni indicano infatti un aumento di temperatura di oltre 2 gradi entro 30 anni. 

Così, a causa dei cambiamenti climatici, del diffondersi delle coltivazioni intensive e dell'aumento di domanda, il cacao ha iniziato a vedere la propria produzione sempre più a rischio.

Haiti, è una delle nazioni che ha risentito maggiormente della perdita di produzione di cacao.  Due terzi della popolazione haitiana è costituita da agricoltori di sussistenza, in un paese in cui l'erosione del suolo e la perdita di terreni agricoli produttivi  rappresentano delle sfide costanti per gli abitanti del paese. Si stima che il 50% del substrato superficiale haitiano sia andato perduto, impoverendo i terreni agricoli e contribuendo alle perdite di raccolto che in alcuni luoghi hanno raggiunto picchi pericolosi anche a fronte di  recenti periodi di  siccità. Il cacao è una pianta fondamentale per la salvaguardia degli ecosistemi haitiani di montagna, motivo per cui Treedom, in collaborazione con la fondazione AVSI e il Ministero dell’Ambiente, ha avviato un progetto di riforestazione e di salvaguardia del suolo soprattutto in zone tra le più più marginali montane orientate ad attività agroforestali. Ad oggi sono stati piantati quasi 100mila alberi, dei 120.000 previsti, in 8 vivai, per riforestare un’area complessiva di 100 ettari e coinvolgendo oltre 6000 contadini, i quali saranno sostenuti con relativi appoggi tecnici e materiali nei vari vivai, al fine di ottenere maggiori risultati dal punto di vista lavorativo e produttivo.

Altra terra interessata alla questione è il Camerun, posizionato al quinto posto tra i maggiori produttori di cacao al mondo, subito dietro la Nigeria. Tuttavia, ultimamente, a causa dei cambiamenti climatici e all’innalzamento delle temperature, alcune aree boschive camerunensi hanno perso parte della propria biodiversità e copertura forestale. Tra queste c’è la Dja Biosphere Reserve. Il progetto di Treedom, vuole favorire l’instaurarsi di attività sostenibili nel tempo, coinvolgendo i singoli contadini e le comunità locali, con sistemi agroforestali misti che includano la pianta del cacao. Sono ben 23 i villaggi adiacenti alla riserva che partecipano alle attività agroforestali di riforestazione. L’obbiettivo è quello di dare a migliaia di contadini l’opportunità di  piantare  alberi da frutto che nel tempo gioveranno  all’alimentazione e offriranno opportunità di guadagno, recando anche benefici a livello ambientale, quali l’assorbimento di CO2, la tutela della biodiversità e una prevenzione dall’erosione del suolo e dalla desertificazione.

La produzione e piantumazione nei vivai Treedom di varietà autoctone e non migliorate, in sistemi agroforestali misti, garantirà una migliore adattabilità del cacao alle condizione climatiche ormai perennemente in cambiamento.

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