Tutta la verità sul Blue Monday

gen 13, 2023 | scritto da:

Scopriamo insieme la storia del Blue Monday, fra letteratura, marketing e un po’ di sano buonsenso. Perché anche dalla tristezza si può imparare molto.
Tutto nacque con dei versi che fecero del blu il colore della tristezza, poi è venuta l’associazione con il lunedì. Infine il marketing lo ha fatto diventare una ricorrenza, ma il Blue Monday è una buona occasione per dedicare un pensiero alla tristezza ed utilizzarla come leva per compiere qualcosa di buono per noi, chi ci sta vicino e anche per il luogo che abitiamo.

Perché il blue

“Wyth teres blewe and with a wounded herte” sono le parole che lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer (1343-1400) - celebre soprattutto per I racconti di Canterbury - utilizza nel suo poema breve The Complaint of Mars. Quel “blewe” sta per blu ed è riferito alle “teres”, la versione arcaica per “tears”; in italiano il significato è “lacrime blu”, per rappresentare lacrime di tristezza.

Quello è considerato il primo momento in cui il blu viene associato a questo particolare stato d’animo. Ma ben presto la letteratura inglese registra altri illustri episodi in cui il colore blu viene associato di volta in volta alla malattia, forse per l’associazione con il colore dei volti cianotici di malati e cadaveri [1], ma anche alle possessioni demoniache e all’abuso di alcol [2]. Gli esempi potrebbero essere molteplici, ma per farla breve, il blue divenne - nel tempo - il colore a cui fu spontaneo associare anche quella nuova musica che nacque negli Stati Uniti e prese il nome di “blues”.

Perché il lunedì

Chiunque conosca la settimana lavorativa classica non ha bisogno di troppe spiegazioni, ma vale la pena dare una rapida rassegna di come il lunedì sia associato alle difficoltà di riprendere il corso dei propri doveri, dopo la pausa del fine settimana.

In Turchia esiste la “pazartesi sendromu”, ovvero la “sindrome del lunedì”, la stessa che colpisce i lavoratori francesi i quali sono soliti rispondere “Comme un lundi” quando gli viene chiesto come si sentono al rientro dal fine settimana. Analogamente, nei paesi anglosassoni per descrivere il cattivo umore di chi si presenta in ufficio con la luna storta si dice “have a case of the Mondays”, ovvero “avere un problema con il lunedì”.  […]  Un detto molto popolare nelle case automobilistiche tedesche recita invece “montags-auto”, ovvero “auto del lunedì”, così si indicano quei prodotti difettosi le cui imperfezioni sono attribuiti alla carenza di sonno che si prova il lunedì mattina. Infine, in Spagna l’inizio della settimana è il “día de bajón”, vale a dire il “giorno del crollo”, mentre in Portogallo è “el dia cinzento”, il “giorno grigio”. [3]

Blue Monday nella musica

Se a questo punto l'associazione tra blue e monday può sembrare più facile, vale la pena segnalare brevemente che proprio la storia della musica contemporanea ci racconta di due celebri Blue Monday, uno dei quali è stato d'ispirazione all'altro.

La prima Blue Monday è una canzone originariamente scritta da Dave Bartholomew, registrata per la prima volta nel 1953 da Smiley Lewis. Tuttavia a renderla famosa fu Fats Domino che la re-incise nel 1956. La canzone fu un'enorme successo dell'epoca e divenne una delle prime canzoni rhythm and blues a entrare nelle classifiche di Billboard.

L'altra celeberrima Blue Monday è quella dei New Order (1995). Peter Hook, uno degli autori del brano, dichiarò: Stavo leggendo di Fats Domino. Aveva una canzone intitolata Blue Monday ed era un lunedì ed eravamo tutti infelici quindi ho pensato, "Oh, è abbastanza azzeccato".

 

Il marketing inventa il Blue Monday

l termine inglese Blue Monday ("lunedì triste") indica un particolare giorno dell'anno, solitamente il terzo lunedì del mese di gennaio, ritenuto essere il giorno dell'anno più triste per gli abitanti dell’emisfero boreale. Il concetto è stato originariamente reso pubblico nel 2005 all'interno di un comunicato stampa del canale televisivo britannico Sky Travel, in cui si affermava di avere calcolato la data utilizzando un'equazione. L'intera idea rientra nell'ambito della pseudoscienza, e l'equazione che ne è alla base viene ritenuta priva di alcun fondamento [4].

Nonostante il tentativo di attribuire una valenza scientifica a tale comunicato, la verità è che nessuna equazione ha mai stabilito l'ammontare di tristezza di un giorno rispetto ad un altro. A ben pensarci la cosa appare di sicuro buonsenso, lo stesso che però possiamo usare per fare un passo oltre il marketing ed utilizzare questa ricorrenza creata ad hoc, per farne qualcosa di buono.

Dare un senso al Blue Monday

Una giornata come il Blue Monday, anche se è un'invenzione del marketing, può offrire l'occasione per riflettere su una condizione che accomuna tanti di noi in questi giorni: un diffuso senso di scoramento per quello che sentiamo di stare vivendo (e basta aprire un giornale e leggere le notizie sui cambiamenti climatici, sulle guerre, sulle difficoltà economiche globali, per capire quanto sia facile cedere alla tristezza).

Ma se è giusto riflettere sulle condizioni attuali, crediamo sia ancora più giusto non rinnegare la tristezza, che pure è un sentimento che fa parte di noi e può aiutarci a vedere dove di solito non vogliamo guardare. Quello che crediamo importante è lasciarsi guidare dalla voglia di reagire e trasformare lo sconforto in azione positiva.
Come? Ci sono molti modi: dal dedicare del tempo a noi stessi e alle persone che amiamo, al fare qualcosa per migliorare la vita intorno a noi. Anche piantare un albero può essere un ottimo modo per trasformare il Blue Monday in Green Monday. Non per combattere la tristezza, ma per trasformarla in azione positiva.

Per questo diciamo: rendiamo verde il pianeta... e anche questo Blue Monday!

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[1] John Dryden (1631-1700) scrisse quanto segue nel poema All for love (Londra, 1678):
Ora, mio miglior signore, in nome dell'onore, vi chiedo,
per il bene dell'umanità e per la vostra sicurezza,
di non toccare questi doni avvelenati,
[…]
Sotto di essi si celano miriadi di piaghe blu.
[2] In Lettere sulla demonologia e sulla stregoneria (Londra, 1830), il celebre poeta e romanziere scozzese Walter Scott (1771-1832) scrisse de
le abitudini dissipate e intemperanti di coloro che, a causa di una serie continua di intossicazioni, diventano soggetti a quello che viene popolarmente chiamato Diavolo Blu, casi di questo disturbo mentale possono essere noti alla maggior parte di coloro che hanno vissuto per un qualsiasi periodo della loro vita in società in cui il bere pesante era un vizio comune.
[3] https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/tempo_libero/2021/01/18/blue-monday-tutto-quello-che-devi-sapere-sul-giorno-piu-triste_0c718915-4189-42cb-85d0-bd2adb4df56a.html 
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Blue_Monday_(data)  

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