Come va il mercato dei crediti di carbonio?

giu 29, 2022 | scritto da:

Quando è stato introdotto il mercato dei crediti di carbonio, si sperava fortemente che questa iniziativa diventasse un punto di svolta per la protezione ambientale. Collegando un sistema di credito alle emissioni di anidride carbonica, le organizzazioni, grandi e piccole, sarebbero state finanziariamente incentivate a ridurre le emissioni, o avrebbero subito ripercussioni finanziarie in caso di superamento dei limiti stabiliti.

Ma come per qualsiasi impegno globale, l'introduzione di un sistema coerente, chiaro e applicabile è un'impresa complessa. E proprio a causa di queste complessità il mercato dei crediti di carbonio non è riuscito a mantenere alcune delle sue importanti promesse.

In occasione della COP26 del 2021, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, si sono tenute discussioni mirate ad affrontare alcune di queste questioni inerenti al mercato dei crediti di carbonio e a decidere i passi da compiere per proseguire. I vertici hanno identificato i seguenti problemi che ostacolano un progresso significativo e hanno proposto azioni mirate per superarli in modo da raggiungere il nostro obiettivo comune di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.


Mancanza di unità globale in materia di norme e standard

In precedenza, i Paesi erano in gran parte lasciati liberi di determinare le proprie norme e i propri standard relativi ai piani d'azione nazionali per il clima. In mancanza di un sistema comune che stabilisca linee guida chiare, è diventato molto difficile valutare la qualità delle informazioni comunicate dai singoli Paesi ed effettuare confronti significativi tra di essi. Questa situazione ha causato fenomeni di greenwashing e, comprensibilmente, un calo della fiducia tra le nazioni.

Per affrontare la necessità di un quadro autorevole seguito da tutti, durante la COP26 è stato messo a punto un documento noto come "Libro delle Regole di Parigi". Questo "regolamento" ha stabilito i necessari criteri di coerenza, rigore e responsabilità per il modo in cui i Paesi devono rispettare i loro impegni di azione a favore del clima.

Particolare attenzione è stata rivolta ai paesi in via di sviluppo che, in passato, non erano tenuti a rispettare rigorose linee guida di rendicontazione. Il Libro delle regole di Parigi ha affrontato questo problema chiarendo le norme in materia di rendicontazione per includervi una maggiore frequenza, portata e profondità, impegnandosi nel contempo a sostenere le parti che necessitano di assistenza nell'applicazione delle linee guida aggiornate.

Pratiche incoerenti di contabilizzazione delle emissioni

Per quanto la COP26 sia riuscita a spostare l'ago della bilancia, la coerenza globale non è l'unico problema che influisce sui progressi del mercato dei crediti di carbonio: si riscontra anche una certa confusione nella distinzione tra le azioni climatiche che riducono effettivamente le emissioni di carbonio e quelle utili solo sulla carta.

Il concetto di addizionalità in questo caso è cruciale. Affinché il mercato dei crediti di carbonio possa ottenere vantaggi reali, deve motivare nuovi e ulteriori cambiamenti che riducano le emissioni di gas a effetto serra. Ma finora (e a tutt'oggi) le parti potevano ottenere crediti di carbonio per investimenti in strategie di mitigazione che si sarebbero verificati in ogni caso, a prescindere dalla possibilità di guadagnare dei crediti.

Un buon esempio è rappresentato dai crediti di compensazione forestale della California, un programma che assegna grandi volumi di crediti di compensazione a progetti forestali con stock di carbonio superiori alle medie regionali. Essendo una risorsa naturale di lunga durata, la foresta avrebbe immagazzinato carbonio con o senza il mercato dei crediti di carbonio. Ma aggiungendo i crediti di carbonio delle foreste al bilancio, sembrava che si stessero ottenendo dei vantaggi reali, mentre in realtà lo status quo non era cambiato affatto. Lo stesso problema si pone quando le organizzazioni ottengono crediti per iniziative esistenti, come i parchi eolici e solari, che sarebbero proseguite anche senza l'introduzione del mercato dei crediti di carbonio.

Lo scopo dei crediti di carbonio è quello di stimolare un cambiamento che altrimenti non sarebbe avvenuto. La categorizzazione delle misure di risparmio di carbonio esistenti all'interno del quadro di mercato dà l'impressione di un progresso senza alcun reale beneficio ambientale. Lambert Schneider, coordinatore della ricerca tedesca sulle politiche climatiche, ha osservato che la COP26 non è riuscita a colmare in modo significativo questa lacuna, in quanto la conferenza ha confermato che permetterà ai crediti dei progetti registrati già nel 2013 di essere conteggiati nel sistema dei crediti.


In conclusione

Poiché la necessità di affrontare il cambiamento climatico diventa sempre più urgente, il mercato dei crediti di carbonio svolgerà un ruolo sempre più importante nel raggiungimento dei nostri obiettivi climatici collettivi. Come è emerso chiaramente dai risultati della COP26, la strada da percorrere deve includere trasparenza, responsabilità e un controllo significativo. Ma per raggiungere i nostri obiettivi sono necessarie ulteriori messe a punto e azioni più rapide.


Fonti:

 

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