Che altezza possono raggiungere gli alberi?

dic 05, 2025 | scritto da:

In natura gli alberi possono davvero crescere fino a diventare “grattacieli verdi”? Sì - ma con un “tetto” ben definito. Esistono limiti fisici e fisiologici che impediscono loro di raggiungere altezze infinite: la difficoltà di risalita dell’acqua dal terreno fino alle foglie più alte, i rischi di embolia nei vasi conduttori, la crescente fragilità meccanica. Secondo gli studi più accreditati, il limite teorico si colloca tra circa 122 e 130 metri. Oggi gli alberi più alti - come le sequoie californiane - si avvicinano a questo valore, ma restano sempre … un gradino sotto. Eppure, piantare alberi rimane un gesto fondamentale: non importa quanto possano crescere, ogni nuova pianta è un potenziale gigante - e un atto di fiducia verso il futuro.

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Il limite che “sta in piedi”

Potremmo pensare agli alberi come a grattacieli naturali - e in effetti alcuni raggiungono altezze impressionanti. Ma, come per ogni costruzione, esistono vincoli strutturali: e per gli alberi, questi vincoli sono in gran parte di natura idraulica e fisica.

Il “problema” comincia sottoterra: l’acqua e i nutrienti vengono assorbiti dalle radici e risaliti lungo il tronco attraverso i vasi dello xilema - una rete di “microtubi” che, via via che si sale, alleggeriscono la loro capacità di trasporto.

All’altezza di decine di metri, l’acqua incontra due difficoltà: la gravità - che tende a trattenerla verso il basso - e l’attrito nel flusso attraverso vasi sempre meno efficienti. Quando la colonna di acqua si fa troppo “alta”, la tensione aumenta - e con essa il rischio di cavitazione: ovvero la formazione di bolle d’aria che bloccano il flusso, fenomeno noto come embolia. Quando ciò accade, le foglie e le punte più alte non ricevono più acqua sufficiente, il che significa perdita di efficienza nella fotosintesi, stress idrico, e in definitiva un freno alla crescita in altezza.

Un altro limite è di tipo “meccanico”: più un albero cresce in altezza, più il suo fusto e la sua chioma devono sostenere peso e carico - vento, gravità, il peso dell’acqua e del legno. Anche se da un punto di vista di “resistenza strutturale” alcuni modelli teorici non escludono altezze molto elevate, in pratica le richieste che derivano dal trasporto dell’acqua rendono il limite idraulico il fattore più restrittivo.

Sky is the limit

Quanto in alto potrebbe crescere, in teoria, un albero “perfetto”? Numerosi studi suggeriscono un limite intorno ai 122–130 metri. Un’indagine condotta su esemplari di Sequoia sempervirens - la sequoia costiera, tra gli alberi più alti del pianeta - ha evidenziato come al di sopra di circa 122-130 metri le foglie sperimentino un drastico calo dell’efficienza idrica e fotosintetica. 

Un dato spesso citato: un albero alto 45 metri può consumare fino a 600 kg di acqua al giorno - un consumo che cresce enormemente con l’altezzaUn’analisi di sintesi su 51 ricerche ha mostrato che nelle chiome più alte si osservano comunemente riduzione nella conducibilità idraulica delle foglie, diminuzione della fotosintesi e cambiamenti nella loro struttura.

In sintesi: anche nelle condizioni ideali (acqua, suolo, clima), persino la natura ha stabilito un tetto. Sky is the limit ... anche per gli alberi.

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Teoria e pratica del limite

Se il limite teorico esiste, nella pratica anche gli alberi più alti - alcune sequoie o conifere - raggiungono al massimo i 110-115 metri. Si avvicinano dunque molto al limite teorico, ma rimangono ad un limite inferiore a quello teorico. Questo anche se stanno sfruttando al massimo le condizioni favorevoli. Ambienti con umidità costante, suoli ricchi, clima temperato e assenza di stress meccanici o climatici creano le condizioni ideali affinché l’albero possa avvicinarsi al suo “massimo potenziale”.

Come evidenziano le ricerche moderne, infatti, non tutti gli alberi - nemmeno all’interno della stessa specie - seguono lo stesso schema: su suoli poveri, in ambienti secchi o ventosi, la crescita in altezza rallenta o si ferma molto prima del picco teorico.

Questa variazione dipende da un mix di fattori: genetica, disponibilità di acqua, nutrienti, clima, vento, stabilità del suolo. Anche la densità della foresta - e quindi la competizione per luce - può influire: quando la chioma raggiunge un equilibrio ottimale, molti alberi smettono di allungarsi in altezza e concentrano energia nella crescita in spessore o in radici.

È affascinante pensare a un albero che cresce… fino al cielo. Ma la scienza ci ricorda che c’è un “soffitto naturale” - non dovuto a capricci, ma a leggi di fisica e biologia. L’acqua che sale, la pressione, la gravità, il trasporto nei vasi - sono tutti vincoli molto concreti.

Ogni volta che piantiamo un albero, anche di una specie che potenzialmente può raggiungere decine di metri, stiamo dando vita a un organismo che — se curato — può evolvere, crescere, e contribuire all’equilibrio del nostro ambiente per decenni o secoli.
Per chi come Treedom promuove la piantagione responsabile e consapevole di alberi per il pianeta, questa consapevolezza diventa un valore aggiunto: ogni albero non è solo un “albero”, ma un futuro gigante verde, con limiti naturali — ma anche con un potenziale enorme.

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