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Un mondo senza caffè?
set 23, 2025 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
Il caffè non è mai stato così prezioso. Sui mercati di tutto il mondo, i prezzi hanno raggiunto livelli record, spinti da eventi climatici estremi, logistica sotto pressione e una domanda in costante crescita. Ma dietro la tazzina che accompagna le nostre giornate c’è un mondo complesso di piccoli produttori, filiere delicate e territori fragili. In questo articolo esploriamo lo stato attuale del mercato globale del caffè, le cause dell’impennata dei prezzi, i trend di consumo e le sfide ambientali, mostrando come progetti agroforestali come quelli di Treedom possano contribuire a rendere più sostenibile la filiera e offrire futuro alle comunità che coltivano questa preziosa pianta.
Lo stato dell'arte del caffè
Il caffè è coltivato in oltre 70 Paesi, con una produzione globale che nel 2024 ha superato i 10 milioni di tonnellate. I maggiori produttori sono il Brasile, leader assoluto con oltre un terzo della produzione mondiale, seguito da Vietnam, Colombia, Indonesia ed Etiopia. Il Brasile domina sia il mercato dell’Arabica sia quello del Robusta, mentre Vietnam e Indonesia si concentrano principalmente sul Robusta. La produzione è per lo più affidata a piccoli agricoltori (smallholder), che rappresentano circa l’80% del totale globale, spesso lavorando superfici inferiori a due ettari.
La qualità e il prezzo dei chicchi dipendono da fattori climatici, altitudine e pratiche agricole, con il mercato specialty e sostenibile in forte crescita. La tracciabilità e la filiera etica stanno diventando un elemento chiave per consumatori consapevoli, generando nuove opportunità per progetti che uniscono garanzie di reddito per i piccoli agricoltori, biodiversità e adattamento alle sfide climatiche con pratiche sostenibili.
Arabica (Coffea arabica)
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Robusta (Coffea canephora)
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L'impennata dei prezzi: le cause
Negli ultimi anni i prezzi del caffè hanno conosciuto una crescita vertiginosa, sospinti principalmente da eventi climatici estremi. Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia hanno registrato siccità, gelate, ondate di calore e piogge imprevedibili che hanno ridotto rese e qualità. La FAO segnala che nel 2024 le scorte globali hanno toccato livelli storicamente bassi, amplificando la volatilità dei mercati. Secondo gli studi pubblicati su Frontiers in Sustainable Food Systems e report come specialtycoffee.id, i cambiamenti climatici hanno alterato le stagioni di raccolta, rendendo incerta la disponibilità di chicchi di alta qualità.
La logistica globale, costretta a fare i conti con costi di trasporto elevati, shortage di manodopera e tensioni geopolitiche, contribuisce ulteriormente alla pressione sui prezzi.
Infine, la domanda in crescita, soprattutto per i segmenti specialty e per i mercati emergenti, supera ormai l’offerta disponibile. La combinazione di questi fattori rende il caffè non solo più caro, ma anche più imprevedibile: i futures su Arabica e Robusta hanno toccato picchi senza precedenti, con oscillazioni che in alcuni casi superano i 400 $ per libbra, come segnalato da Barchart.com e Accio.
Il dato della domanda in crescita, oltretutto, pare essere strutturale. Da anni, infatti, la domanda globale di caffè continua a crescere, trainata sia dai mercati consolidati che dai Paesi emergenti, dove il consumo di bevande a base di caffè cresce rapidamente. Il segmento specialty registra aumenti superiori alla media, spingendo i produttori a differenziarsi con qualità, origine e tracciabilità.
Secondo Precedence Research, il mercato globale, valutato circa 245 miliardi di dollari nel 2024, potrebbe raggiungere i 381 miliardi entro il 2034. Cresce anche l’attenzione dei consumatori verso caffè sostenibile e filiere etiche, con un’ampia valorizzazione di pratiche agroforestali e coltivazioni biodiverse. Questa tendenza non solo influenza le strategie commerciali dei torrefattori, ma rappresenta un’opportunità concreta per piccoli produttori di ottenere un reddito stabile e maggiore riconoscimento internazionale.
In sintesi: I prezzi del caffè hanno mostrato una volatilità estrema negli ultimi anni, con picchi dovuti a eventi climatici e interruzioni della supply chain. Arabica e Robusta hanno registrato aumenti record, con oscillazioni cicliche ogni 5–10 anni. Le prospettive a breve termine indicano prezzi ancora instabili, mentre i caffè premium e specialty subiranno incrementi maggiori per via della domanda crescente rispetto all’offerta. |
L'impatto su ambiente e piccoli produttori
La coltivazione del caffè ha un impatto ambientale rilevante. Espansione delle aree coltivate, deforestazione, uso intensivo di fertilizzanti e pesticidi contribuiscono a perdita di biodiversità, erosione dei suoli e aumento delle emissioni di CO₂. Secondo CarbonClick, il trasporto globale di caffè aggiunge ulteriori emissioni, soprattutto quando le filiere sono lunghe e complesse. La combinazione di cambiamenti climatici e pratiche agricole non sostenibili aumenta la vulnerabilità delle piante e riduce la capacità dei territori di assorbire carbonio.
Tuttavia, la coltivazione in sistemi agroforestali offre una soluzione concreta: la consociazione fra specie diverse di alberi favorisce l'ombreggiatura, riduce l’erosione, mantiene maggiore umidità del suolo e favorisce la biodiversità. Inoltre, contribuisce a catturare maggiori quantitativi di carbonio, migliorando la resilienza dei terreni e del reddito dei piccoli produttori; contribuendo anche a mitigare gli impatti del climate change.
Questo è ancor più rilevante se si considera il ruolo dei piccoli produttori di caffè, cuore della filiera globale. Questi affrontano, infatti, sfide enormi: condizioni climatiche imprevedibili, aumento dei costi di produzione e necessità di mantenere standard qualitativi elevati. Secondo la FAO e studi su Frontiers, molti agricoltori vedono aumentare i loro ricavi quando i prezzi salgono, ma i guadagni sono spesso annullati da maggiori rischi e costi.
Quello che possiamo fare, insieme
Le filiere sostenibili e i progetti etici, come quelli che Treedom sostiene, rappresentano un’opportunità per migliorare reddito e sicurezza economica: si pensi al nostro progetto in Guatemala, dove grazie a una filiera virtuosa costruita con insieme ad AMKA e ai torrefattori uniti nell’associazione CSC – Caffè Speciali Certificati, le donne della cooperativa Dona Lucero ottengono un guadagno equo, fino al 50% in più rispetto al mercato locale. Oppure si consideri il nostro lavoro in Nepal, dove la coltivazione tra terrazzamenti e alberi consociati crea nuovi redditi e tutela il territorio.
Nei progetti la coltivazione del caffè avviene in consociazione agroforestale per ottenere: tutela della biodiversità, protezione del suolo e reddito aggiuntivo per i contadini. Piccoli chicchi, grandi cambiamenti: ogni albero piantato sostiene famiglie, filiere etiche e resilienza climatica.