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COP29: Compromessi e progressi in un mondo che cerca risposte

Scritto da Tommaso Ciuffoletti | Nov 25, 2024 3:45:38 PM

La COP29, tenutasi a Baku, ha segnato un momento più rilevante di quel che si potesse supporre per la lotta al cambiamento climatico. Nonostante siano molte le voci critiche sugli effettivi risultati dell’accordo, non va dimenticato che la riunione si è tenuta in un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e scetticismo. Se si guarda al bicchiere mezzo vuoto siamo ancora lontani da una svolta reale che miri a realizzare un mondo più verde e più giusto. Se si guarda al bicchiere mezzo pieno, questa conferenza ha dimostrato come il dialogo internazionale possa portare a risultati concreti, pur tra molte difficoltà.

I finanziamenti: il cuore della conferenza

Uno degli accordi più rilevanti è stato quello sui fondi per i Paesi in via di sviluppo,

Paesi sviluppati — Ue, Gran Bretagna, Usa, Canada, Australia, Giappone, Nuova Zelanda — hanno messo sul tavolo un pacchetto da 300 miliardi di dollari all’anno, tra finanza pubblica e privata. Sino all’ultimo non sembrava abbastanza per i Paesi in via di sviluppo che ne chiedevano almeno 500 per affrontare gli effetti della crisi climatica e ridurre le proprie emissioni. Alla fine, ha vinto il «prendere o lasciare»: l’anno prossimo, con Donald Trump presidente e gli Stati Uniti in uscita dall’Accordo di Parigi, trovare un compromesso sui soldi sarebbe stato ancora più difficile.
(Corriere della Sera)

Per molte economie emergenti, affrontare eventi climatici estremi richiede un sostegno economico che va oltre le proprie capacità. La mobilitazione di tali risorse rappresenta un importante passo avanti, anche se resta da vedere come verranno implementati e distribuiti questi fondi

Crediti carbonio: verso una maggiore trasparenza

Un altro punto chiave è stato il rafforzamento del mercato globale dei crediti di carbonio. L'accordo stabilisce nuove regole per rendere più trasparenti e verificabili gli scambi di crediti tra Paesi, un aspetto fondamentale per evitare il cosiddetto “carbon washing”. Se implementato correttamente, questo sistema potrebbe incentivare investimenti significativi nelle energie rinnovabili e nei progetti di riforestazione, aiutando le nazioni a raggiungere i propri obiettivi climatici in modo collaborativo.

REDD+ e adattamento climatico

La COP29 ha riaffermato l'importanza del programma REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation), che si propone di proteggere le foreste nei Paesi in via di sviluppo. Le foreste, cruciali per il sequestro del carbonio, continuano a essere minacciate dalla deforestazione. Il rafforzamento di REDD+ rappresenta un segnale positivo per il clima e per le comunità che dipendono da questi ecosistemi.

In parallelo, è stato messo al centro il tema dell’adattamento climatico, con nuove linee guida per aiutare le nazioni più vulnerabili a pianificare strategie di resilienza. Questo include la costruzione di infrastrutture più resistenti, la protezione delle coste e la promozione di pratiche agricole sostenibili, indispensabili per garantire la sicurezza alimentare in un clima sempre più instabile.

La strada per la credibilità

Condiviso è stato anche un dichiarato impegno per una maggiore trasparenza. I Paesi hanno concordato l’adozione di strumenti di rendicontazione più rigorosi, che consentano di monitorare i progressi verso gli obiettivi climatici con dati verificabili. Questa misura mira a ridurre la discrepanza tra gli impegni dichiarati e le azioni reali, un problema che ha spesso minato la credibilità delle politiche climatiche.

Le critiche: un bicchiere mezzo vuoto?

Nonostante i progressi, molti osservatori rimangono critici. Le ONG e alcuni Paesi in via di sviluppo hanno accusato le nazioni più ricche di non fare abbastanza per ridurre le proprie emissioni. Inoltre le misure finanziarie stanziate sono reancora troppo poco rispetto alle necessità reali. L'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C, già in bilico, appare sempre più lontano senza una riduzione significativa delle emissioni globali.

Un futuro da costruire

La COP29 ci lascia con una lezione chiave: il cambiamento climatico richiede sforzi collettivi e continui.

Le aziende possono giocare un ruolo fondamentale in questo processo, adottando pratiche sostenibili e contribuendo a soluzioni concrete. Treedom, ad esempio, offre alle imprese strumenti per il calcolo delle emissioni, strategie di riduzione e bilanci di sostenibilità, oltre alla possibilità di supportare progetti di riforestazione in tutto il mondo.

Scegliere di regalare un albero, come propone Treedom, non è solo un atto simbolico. È un gesto concreto che esprime una visione di speranza e una volontà di cambiamento. È il modo per dire che, nonostante le difficoltà, possiamo ancora costruire un futuro migliore, un albero alla volta.

Note e fonti

  1. Premesse e aspettative iniziali della COP29: LinkedIn
  2. Critiche sui risultati: The Guardian
  3. Analisi della conferenza: BBC
  4. Posizione italiana: Sole24Ore
  5. Un bilancio più ottimistico: Gazzetta di Malta