Il termine biodiversità si riferisce all’insieme di tutte le specie vegetali e animali del pianeta, alle loro differenze genetiche e agli ecosistemi che formano. In questo articolo, vediamo perché si è cominciato a parlare di biodiversità al posto di natura, quali sono le zone del mondo dove si concentra questa ricchezza e come fare a preservarla.
Il termine inglese biodiversity, come abbreviazione di biological diversity, è stato coniato nel 1988 dall'entomologo americano Edward O. Wilson [1] che ne ha dato questa definizione:
"La biodiversità è l'insieme di tutte le diverse forme di vita della Terra, di cui noi rappresentiamo una specie"
E.O. Wilson
La biodiversità ha tre livelli:
Uno scatto da una delle zone di progetto Treedom in Colombia
Oggi sulla Terra si contano 1,74 milioni di specie animali, vegetali, fungine e microrganismi, senza contare tutte quelle che ancora non sono state scoperte.
Oltre al valore intrinseco di questa incredibile ricchezza, la biodiversità ha anche un’importanza estremamente pragmatica. Almeno il 40% dell'economia mondiale deriva dalle risorse biologiche (materie prime, risorse energetiche, colture, animali, ecc). Inoltre, maggiore è la biodiversità, maggiore sarà la possibilità di nuove scoperte mediche, nuovi sviluppi economici e nuovi modi di rispondere al cambiamento climatico.
La biodiversità non è distribuita in modo uniforme sulla Terra: aumenta spostandosi dai poli verso l’equatore. Secondo la Conservation International [2], una ONG ambientale, il 70% della flora e della fauna del mondo esiste solo in 17 paesi. In molti di questi paesi si concentrano anche moltissime specie endemiche, che vivono cioè solamente in quel luogo specifico.
Questi 17 Paesi sono detti megadiversi, e sono:
Esistono innumerevoli iniziative pubbliche e private, ONG, e organizzazioni internazionali che si pongono come obiettivo la tutela della biodiversità.
Già nel 1964, per esempio, venne fondata la lista rossa delle specie minacciate [3], uno strumento usato dai governi per tracciare i progressi in materia di biodiversità.
Oggi però appare chiaro che il modo migliore di preservare la biodiversità è salvare gli ecosistemi, piuttosto che le singole specie. Per farlo, dobbiamo conciliare il benessere degli ecosistemi con le esigenze della vita umana.
Uno dei vivai Treedom in America Latina, dove crescono gli alberi che saranno piantati
Se piantati nel modo giusto, gli alberi possono essere alleati potenti della biodiversità.
Treedom pianta alberi in sistemi agroforestali, integrandoli cioè a colture annuali già esistenti (come mais, fagioli, grano, ecc). Un metodo antico che imita ciò che accade spontaneamente in natura, con risultati sorprendenti:
Parlare di “biodiversità” piuttosto che di “natura” ha uno scopo preciso: ricordarci che la specie umana è solo una delle tante specie terrestri, e come tale è interconnessa e interdipendente dalle altre [4].
Per contribuire a preservare questa ricchezza, puoi piantare un albero insieme a noi