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CSRD - L'Europa e la sostenibilità a bilancio
dic 13, 2022 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
Le grandi imprese dell'UE saranno obbligate a rendere pubblici i dati sul loro impatto sull’ambiente, sulle persone, sul pianeta e sui rischi di sostenibilità a cui sono esposte. Analizziamo la nuova direttiva europea sulla trasparenza.
Si chiama CSRD, che sta per Corporate Sustainability Reporting Directive, e sostituisce l'attuale direttiva sulla cosiddetta rendicontazione non finanziaria (NFRD).
La CSRD è stata introdotta per definire uno standard comune per la rendicontazione di sostenibilità delle imprese in tutta l'UE, in modo sostanzialmente analogo a quanto avviene per la rendicontazione finanziaria. La nuova direttiva, che poi sarà attuata a livello nazionale, riguarderà una gamma più ampia di aziende rispetto alla legislazione che sostituisce. se oggi la NFRD riguarda poco più di 11.500 società, la nuova legislazione s'imporrà a quasi 50.000.
Il punto di maggiore interesse, che è importante sottolineare in apertura, riguarda proprio la previsione di uno standard condiviso per la presentazione dei dati. In questo modo sarà più semplice - per chiunque sia interessato, dagli esperti di sostenibilità, ai professionisti dell'informazione, fino ad associazioni e privati cittadini - confrontare le performance di aziende e società. Se coloro che hanno a cuore sostenibilità utilizzeranno questo strumento, la sua utilità potrebbe rivelarsi senza dubbio maggiore di quanto il linguaggio burocratico non dica.
Le aziende interessate sono quelle che soddisfano 2 dei 3 criteri seguenti:
. hanno più di 250 dipendenti
. hanno più di 20 milioni di euro di attività
. hanno un fatturato superiore a 40 milioni di euro
Anche le società quotate su un mercato regolamentato all'interno dell'UE con più di 10 dipendenti o un fatturato superiore a 20 milioni di euro saranno tenute a rispettare i criteri dettati dalla CSRD.
La direttiva riguarderà anche le società non europee che generano un fatturato netto di 150 milioni di euro nell'UE e hanno almeno una filiale o una succursale nell'UE. Queste società sono tenute a fornire un rapporto sui loro impatti ESG, come definito nella direttiva.
Prepararsi ai nuovi obblighi: i tempi
Le società che erano già soggette alla vecchia direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD) dovranno rispettare la nuova CSRD a partire dal 1° gennaio 2024, mentre quelle che non vi erano soggette, inizieranno dal 2025. Le piccole e medie imprese (PMI) quotate in borsa, gli enti creditizi di piccole dimensioni e non complessi e le imprese di assicurazione captive a partire dal 1° gennaio 2026.
Per le aziende, prepararsi ad adempiere i nuovi obblighi ha come prima esigenza il recupero dei dati. Questi dovranno essere riportati in un formato standard condiviso e dovranno essere certificati da un revisore o certificatore indipendente accreditato.
La mancata osservanza delle nuove norme potrebbe comportare multe superiori a 100.000 euro, ma spetterà ad ogni Paese stabilire il proprio livello di ammende.
Ambiente, ma non solo
Per quanto riguarda l'ambiente, la CSRD richiede alle aziende di fornire dati in relazione a sei obiettivi ambientali previsti dalla tassonomia dell'UE:
- Mitigazione dei cambiamenti climatici.
- Adattamento ai cambiamenti climatici.
- Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine.
- La transizione verso un'economia circolare.
- Prevenzione e controllo dell'inquinamento.
- La protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Ma la voce Protezione dell'ambiente è solo una di quelle previste dalla rendicontazione richiesta nella nuova direttiva, ad essa si affiancano infatti:
- Diritti umani
- Anti-corruzione
- Responsabilità sociale e trattamento dei dipendenti
- Criteri di rappresentanza negli organi societari
La CSRD richiederà inoltre di rendere pubbliche informazioni relative alle pari opportunità, alle libertà fondamentali, ai ruoli degli organi di governo, anche in relazione alla sostenibilità, alle affiliazioni politiche e al lobbismo, alla trasparenza nei rapporti commerciali, ai controlli interni e alla gestione del rischio.
Durante il dibattito della direttiva nel Parlamento Euriopeo, il relatore Pascal Durand ha dichiarato: "L'Europa sta dimostrando al mondo che è davvero possibile garantire che la finanza, nel senso stretto del termine, non governi l'intera economia globale”. Vedremo se sarà davvero così o se la frase pecca di un eccesso di ottimismo. Quel che è certo è che Treedom può essere un ottimo partner aziendale per migliorare le performance ambientali attraverso azioni concrete, come piantare alberi.
Cover photo: https://pixabay.com/it/users/db_oblikovanje-15664139