Giornata degli Alberi 2025 - Storia e attualità
nov 13, 2025 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
In questo articolo ripercorriamo la storia della Giornata Nazionale degli Alberi in Italia, dalle origini ottocentesche alle celebrazioni ufficiali del XX secolo, fino alle leggi più recenti che hanno tentato di legare la nascita di un bambino alla piantumazione di un albero. Raccontiamo cosa è rimasto di queste normative, le sfide ancora aperte e come la Festa degli Alberi 2025 possa diventare un’occasione concreta per piantare futuro e speranza. Infine, esploriamo il legame tra simbolo e azione concreta, e come Treedom interpreta questa giornata attraverso iniziative di rigenerazione.
Storia della Giornata degli Alberi

La tradizione di dedicare un giorno agli alberi ci risale molto indietro, radicata sia in un’anima simbolica che in urgenti necessità ambientali.
Luogo di nascita, in senso moderno, di questa celebrazione, sono gli Stati Uniti d’America, e l’anno di riferimento è il 1872, lo stesso della creazione del Parco nazionale di Yellowstone, il primo nel mondo del genere, oggi patrimonio dell’UNESCO.
In quell’anno il governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, dopo una serie di devastanti alluvioni provocate dalle inconsulte deforestazioni avvenute negli anni precedenti, istituì The Arbor Day, un giorno dell’anno da dedicare all’educazione dei cittadini verso il rispetto dell’ambiente e a promuovere l’incremento della superficie boschiva così gravemente depauperata in precedenza. La proposta fu accolta con schietto entusiasmo, tanto che nei primi due anni furono messi a dimora, nel solo Nebraska, circa tre milioni di piantine, diventate oltre 300 milioni nel volgere di poco tempo. La decisione fu ben presto adottata da quasi tutti gli Stati nordamericani fino ad assumere carattere nazionale [adset.it].
In Italia, l'idea ispirò lo statista Guido Baccelli, Ministro della Pubblica Istruzione, che lanciò nel 1899 una proposta per gli istituti scolastici: «passeggiate campestri» con piantagione di alberi, esperienze educative nelle scuole con studenti e alunni, per celebrare l’albero come custode della vita e della terra.
La prima festa degli alberi documentata fu celebrata nel comune di Castiglione dei Pepoli (Bologna) il 27 agosto 1899.
Qualche anno dopo, con il Regio Decreto 2 febbraio 1902, n. 18, la «Festa degli Alberi» venne istituita ufficialmente in tutti i Comuni del Regno d’Italia, anche se senza data fissa: ogni Comune poteva scegliere un giorno in primavera o in autunno.
Durante il Novecento, tra altalene politiche e ambientali, la festa evolse e infine, nel 1951, con una circolare del Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste Amintore Fanfani, la celebrazione fu fissata al 21 novembre di ogni anno (con la possibilità di spostarsi al 21 marzo nei Comuni di alta montagna).
"Un albero per ogni bambino"

La storia normativa recente della Giornata nazionale si intreccia, tuttavia, anche con un’altra legge, quella che parlava di un albero per ogni nuovo nato (o adottato). Il blog di Treedom ricorda bene: “Un albero ogni bambino, è legge”.
Infatti, quello che spesso si dimentica, è che nella legge del 2013 che istituisce ufficialmente il 21 novembre - stavolta unica data riconosciuta - come Giornata Nazionale degli Alberi, sarebbe previsto anche un obbligo a carico di tutti i comuni italiani sopra i 15.000 abitanti: quello di mettere a dimora un nuovo albero per ogni nuovo nato e redigere un bilancio arboreo.
Ecco il racconto normativo:
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Con la Legge 29 gennaio 1992, n. 113, l’Italia, infatti, aveva già stabilito che i Comuni con più di 15.000 abitanti «provvedono, entro un anno dalla iscrizione all’anagrafe di ogni bambino nato o adottato, a porre a dimora un albero nel proprio territorio».
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La legge del 1992 però andò incontro ad una diffusa disapplicazione in nome della quale si citarono motivazioni come difficoltà tecniche e risorse scarse. Così, intervenne la Legge 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, a ribadire questi obblighi, aggiungendone di nuovi. La legge in questione è proprio quella che all’articolo 1 riconosce esattamente il 21 novembre come Giornata Nazionale degli Alberi.
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Questa legge riformulò gli impegni per i Comuni sopra i 15.000 abitanti: introducendo l'obbligo di messa a dimora entro 6 mesi dalla nascita o adozione.
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Disponeva anche che i Comuni censissero gli alberi piantati, che il sindaco rendesse conto al termine del mandato del bilancio arboreo
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Disponeva la creazione di un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico presso il Ministero dell’Ambiente, con il compito di monitorare sulla reale applicazione della legge 113/1992, promuovere l’attività degli enti locali, proporre un piano nazionale con criteri e linee guida per la realizzazione di aree verdi permanenti intorno alle maggiori conurbazioni e di filari alberati lungo le strade, per consentire un adeguamento dell'edilizia e delle infrastrutture pubbliche e scolastiche che garantisca la riqualificazione degli edifici, (...) la creazione di giardini e orti e il miglioramento degli spazi. (...)
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Quindi: la legge ‘92 avviava un ambizioso cammino; la legge ‘13 lo correggeva, ne accentuava la concretezza e inseriva la Giornata nazionale degli alberi come elemento chiave del verde urbano.
Cosa è successo davvero?
Se la norma c’è, applicarla è tutt’altra storia. Diverse fonti evidenziano che, nonostante gli impegni, permangono lacune. Ad esempio, l’”Osservatorio #ConIBambini” segnala che nel biennio 2021‑22, nei capoluoghi italiani si dichiaravano 69.029 nuovi alberi nel 2021 e quasi 80.000 nel 2022 in attuazione della norma. Il problema è che però, molte città hanno dati veramente pessimi in termini di nuovi alberi, ma quel che è peggio mancano dati per moltissime città.
Le città che seguono si posizionano al di sotto della soglia dei 10mila alberi piantati nell’arco del biennio. In particolare al terzo e quarto posto compaiono Padova e Roma, con rispettivamente 9.215 e 5.394 nuove alberature dichiarate. Seguono, con almeno duemila nuovi alberi ciascuna nel biennio, le città di Taranto, Cagliari, Verona, Piacenza, Modena, Siracusa, Reggio-Emilia, Forlì, Firenze e Trento. Tutte le altre si collocano al di sotto di questa soglia, mentre per 41 capoluoghi tale informazione non è disponibile. [conibambini.org]
Ma alcuni aspetti restano critici, rispetto alla reale attuazione della legge e del suo spirito:
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Per molti Comuni le risorse e la logistica sono un ostacolo: piantare alberi richiede terreno, specie idonee, manutenzione, monitoraggio. Noi di Treedom lo ribadiamo sempre che piantare alberi non significa tirare dei semi in un terreno. Tuttavia non è nemmeno accettabile che una legge dello Stato venga largamente disattesa da enti dello Stato medesimo, senza che questo abbia alcuna conseguenza. senza attirare alcuna attenzione dell'opinione pubblica e dei media.
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L’obbligo riguarda solo i Comuni sopra i 15.000 abitanti. Cosa accade nei Comuni più piccoli? Spesso l’iniziativa dipende da buone volontà, volontari o associazioni.
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Anche la Giornata stessa (21 novembre) rischia di rimanere poco visibile, poco radicata nei comportamenti quotidiani. Come osservava Giuseppe Giaimi, in un articolo già citato: «Sono certo che il 21 novembre dell’anno pochi si accorgano della “Giornata nazionale dell’albero”».
In altre parole: l’intento è forte, la legge c’è, ma il gap tra norma e pratiche è evidente.
La Giornata degli Alberi 2025 per Treedom

Per noi di Treedom, la Giornata Nazionale degli Alberi 2025 è più di una ricorrenza: è un momento in cui possiamo rinnovare il nostro impegno, dare forma concreta ai valori che portiamo avanti: piantare, raccontare, far crescere.
Celebrare la storia e il simbolo – È utile raccontare alle comunità, ai nostri clienti, ai partner che la Giornata ha radici antiche, un significato educativo, ambientale e culturale. Possiamo utilizzare la storia da Baccelli al 1902, dalla legge del 1992 alla ‘13 per sottolineare che piantare alberi è un atto che collega generazioni.
Dare concretezza oggi – Non basta solo piantare: bisogna seguire la crescita, coinvolgere i destinatari, monitorare l’impatto. In quella legge che parla di «un albero per ogni bambino», possiamo vedere un parallelismo con il nostro modello: ogni albero è un investimento sul futuro, sulla vita, sul clima.
Coinvolgere le comunità – Scuole, famiglie, aziende: la Giornata può essere una porta per attivare workshop, storytelling, testimonianze; un modo per far capire che gli alberi non sono accessori, ma infrastrutture vive.
Collegarsi ai grandi temi ambientali – Come ricorda il comunicato dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale), la Giornata serve «a promuovere la cura e la valorizzazione degli alberi e ricordare il ruolo essenziale dei boschi e del verde urbano per il nostro ecosistema». ISPRA Possiamo rafforzare il messaggio: gli alberi sono parte della lotta al dissesto idrogeologico, all’inquinamento, al cambiamento climatico.
Gli alberi, in ultimo, sono la vita, per come la conosciamo, su questo pianeta.
Il loro benessere è il nostro benessere, la loro vita è la nostra vita.

