Il profumo dei fiori estinti

gen 31, 2022 | scritto da:

C'era una volta un’artista, un laboratorio di biologia sintetica e un erbario inglese. Insieme, hanno ricreato il profumo di tre piante estinte da decenni. Vediamo come, e soprattutto perché.

Profumi fantasma

Hibiscaldephus wilderianus, Orbexilum stipulatum e Leucadendron grandiflorum non sono incantesimi di Harry Potter, ma piante di cui si parla solo al passato.

Estinte da almeno un secolo, l’ultimo esemplare di ognuna sonnecchiava placido, conservato nella Biblioteca della Harvard University, dimentico e dimenticato dal mondo. Almeno finché le artiste Alexandra Daisy Ginsberg e Sissel Tolaas, insieme alla biologa sintetica Christina Agapakis non le hanno strappate all'oblio con un’idea ambiziosa e poetica: ricreare il loro profumo.

Hibiscadelphus_WilderianosHibiscadelphus Wilderianos (https://archive.org/details/newnoteworthyhaw00radlrich)

Dalle pagine ingiallite e ruvide dell’erbario di Harvard sono stati prelevati minuscoli campioni delle piante, il loro DNA sequenziato e l’elenco delle molecole odorose che contenevano compilato. La lista è poi volata in Germania, dove l’artista Sissel Tolaas ha elaborato “un’ipotesi di fragranza” attingendo alla propria incredibile biblioteca di odori, arricchita in 25 anni di lavoro.  

Il risultato del loro progetto è stato presentato in una mostra temporanea intitolata Resurrecting the Sublime, dove i visitatori potevano immergersi in questi profumi scomparsi.

Pare che quello del Leucadendron grandiflorum ricordasse il tabacco, e quello dell’Orbexilum stipulatum fosse “agrumato e caramelloso”. Ovviamente si tratta solo di ipotesi, perché se la scienza può dirci di quali molecole odorose erano composti i loro fiori, l’esatta quantità di ogni molecola rimane impossibile da ricostruire.

Perché l’estinzione, dal latino ex(s)tinguĕre, cioè “spegnere del tutto” è una perdita irreversibile.

Nostalgia del futuro

Pare che gli odori siano fra gli stimoli più potenti nel far rivivere un ricordo.

E allora, cosa significa inspirare il profumo di un fiore estinto più di un secolo fa? Perché cerchiamo di ricordare qualcosa che non abbiamo mai vissuto?

Forse lo facciamo perché sappiamo di vivere nel mondo perduto del futuro. Secondo uno studio del 2020 del Royal Botanic Gardens, Kew. il 40% delle piante che esistono sul Pianeta Terra sono a rischio estinzione. Il WWF e lo IUCN (Lista Rossa delle Specie Minacciate dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), tengono il diario di bordo valutando lo spessore del filo a cui ogni specie è appesa: vulnerabile, minacciata, drammaticamente minacciata. 

Kew_Gardens_Temperate_House_from_the_Pagoda_-_geograph.org.uk_-_227173Royal Botanic Gardens di Kew. Credits David Hawgood, CC BY-SA 2.0 (https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9338109)

Qual è la morale di questa storia? Che l'interdisciplinarietà è solo una parola difficile che significa: non approcciare il mondo a compartimenti stagni, la scienza da una parte, e l’arte dall’altra. Che il superfluo, come un progetto che ricrea profumi scomparsi, è necessario, perché ci immobilizza sul posto, a pensare.

Fonti



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