Presto avremo accesso a una vasta serie di nuove tecnologie, che promettono di rendere la nostra vita sempre più bella In attesa di scoprire se questa è davvero la promessa di cui abbiamo bisogno, seguiteci in questa breve riflessione su una tecnologia così eccezionale, che spesso ce ne dimentichiamo.
La prossima frontiera della tecnologia per le masse pare essere il metaverso, una dimensione virtuale i cui contorni sono ancora piuttosto vaghi, ma a cui presto avremo accesso attraverso una serie di device come i “classici” visori VR (di realtà virtuale) o dispositivi AR (di realtà aumentata). La parola metaverso viene da un romanzo di fantascienza del 1992: Snow Crash di Neal Stephenson. Nel romanzo, il metaverso è una realtà virtuale – condivisa su una rete mondiale in fibra ottica – in cui le persone, fuggendo dal mondo reale in rovina, accedono anche attraverso terminali pubblici e sono rappresentate da un proprio avatar tridimensionale.
Forse un Natale non molto lontano, la gran parte di noi regalerà prodotti hi-tech legati alla costruzione del metaverso (anche se, prendendo a riferimento il romanzo di Stephenson, la prospettiva appare sinistra), ma nel frattempo noi di Treedom rimaniamo ragionevolmente ancorati a due certezze.
La prima è che questo pianeta è ancora il posto dove vogliamo continuare a vivere. Sembra banale, ma potrebbe esserlo meno di quel che crediamo.
La seconda è che, per quanto sia comprensibile essere affascinati dalle prospettive tecnologiche del futuro, nessuna tecnologia è avanzata come quella di cui spesso ci dimentichiamo e che semplicemente ha permesso la vita per come la conosciamo su questo pianeta: gli alberi (per dirla semplice).
La vita su questo pianeta non è sempre stata quella che conosciamo oggi.
La Terra si è formata poco più di 4,5 miliardi di anni fa da frammenti di detriti cosmici e per 700 milioni di anni la situazione è stata piuttosto turbolenta (tra meteoriti e altri sconvolgimenti). La situazione si è stabilizzata 3,8 miliardi di anni fa, quando le prime rocce che si sono formate sott'acqua sono apparse nella documentazione geologica.
A quel punto è andata formandosi anche la prima atmosfera terrestre, circa 3 miliardi e mezzo di anni fa, che però era composta da azoto e alcuni gas serra. Le specie viventi al tempo non avevano bisogno dell’ossigeno per vivere: erano batteri e archea.
Intorno ai 2,7 miliardi di anni fa però, un nuovo tipo di vita comparve sulla Terra: microbi fotosintetici chiamati cianobatteri, che erano in grado di utilizzare l'energia del Sole per convertire l'anidride carbonica e l'acqua in energia chimica, con il gas ossigeno come prodotto di scarto. Era appena nata la tecnologia che ha cambiato il corso della vita su questo pianeta, una tecnologia che hanno iniziato ad usare le piante verdi e che ancora oggi impiegano ogni giorno su questo pianeta, rendendolo ciò che è.
Pensateci un attimo: una tecnologia capace di sfruttare l’energia della più importante fonte del nostro sistema, il Sole*, e convertirla in cibo (fondamentalmente carboidrati - zuccheri e amidi), generando come prodotto di scarto l’ossigeno … sembra incredibile, eppure è la naturale tecnologia alla base della vita su questo pianeta per come la conosciamo.
È la fotosintesi clorofilliana e per quanto ci riguarda nessun metaverso, nessuna realtà virtuale, aumentata o altro, tiene il confronto con questa naturalissima tecnologia. Talmente naturale che tendiamo a darla per scontata e considerarla come qualcosa di cui si impara il nome da piccoli e poi lo si conserva senza alcuna coscienza di ciò che realmente sia.
Per questo abbiamo voluto mettere al centro della nostra campagna di Natale proprio la tecnologia degli alberi. A partire dalla fotosintesi clorofilliana e dalla vita che ha generato, per guardare poi ai tanti aspetti incredibilmente “hi-tech” degli alberi e delle piante.