Prendersi cura della Terra significa anche prendersi cura degli animali che la abitano da molto, molto più tempo di noi e le tartarughe marine sono tra le più antiche creature viventi. Le specie attuali non sono molto diverse da quelle che abitavano la terra milioni di anni fa. Eppure, nonostante la loro longevità evolutiva, sono finite anch’esse tra le specie a rischio di estinzione.
Tuttavia, non dobbiamo rassegnarci all'idea che non ci sia nulla da fare. Recentemente, un evento straordinario ha dimostrato che le nostre azioni possono fare la differenza.
Nel Mar Mediterraneo, la Caretta Caretta è stata rimossa dalla lista rossa dello IUCN, passando da essere considerata in pericolo di estinzione a "Least Concerned", cioè non più vulnerabile. Questo incredibile risultato è stato ottenuto grazie agli sforzi congiunti di gruppi come Plastic Free, biologi e volontari, che si sono dedicati al recupero e alla cura delle tartarughe, oltre che alla sensibilizzazione sulle buone pratiche per proteggerle.
Incoraggiati da questo risultato, anche quest'anno collaboriamo con Plastic Free in occasione dell'Earth Day, con l'obiettivo di salvare ancora più tartarughe e magari riuscire a portare anche la Chelonia Mydas, attualmente ancora classificata come in pericolo, ad una situazione più sicura.
Per ogni Albero della Tartaruga, una speciale Mangrovia Bianca, piantato attraverso treedom.net, 5 euro verranno direttamente devoluti a Plastic Free a questo scopo.
Il tuo sostegno coprirà le spese per il mantenimento della struttura, l'acquisto dei materiali necessari per i serbatoi, l'acquisto di medicine per le cure, l'acquisto di cibo, le spese per interventi veterinari e tutte le attività essenziali per il monitoraggio dei nidi.
In più, piantare alberi contribuisce ad assorbire CO₂ e contrastare il cambiamento climatico, delle cui conseguenze già soffrono le Tartarughe marine, come ci spiega Piero Carlino, direttore del Centro di Recupero Tartarughe di Calimera e referente del Progetto Tartarughe Plastic Free.
Di cosa si occupa il Centro di Recupero Tartarughe di Calimera?
Il Centro porta avanti principalmente due azioni:
Recupero di esemplari di tartarughe marine in difficoltà in mare, che possono essere trovate galleggianti o spiaggiate a causa di maltempo o abbassamenti di temperatura. Il centro gestisce circa 70 di questi animali, il cui numero può variare a seconda delle condizioni meteorologiche.
Collaborazione con volontari che monitorano le spiagge dopo le mareggiate per individuare tartarughe spiaggiate e collaborazione con i pescatori che segnalano tartarughe catturate incidentalmente nelle reti o nei palangari. Inoltre, si occupa degli impatti con le imbarcazioni, specialmente quelle coinvolte in incidenti con imbarcazioni veloci.
In breve, il centro si dedica al recupero e al monitoraggio delle tartarughe marine in difficoltà, nonché alla prevenzione e alla gestione degli impatti derivanti dall'attività umana, come la pesca e le collisioni con imbarcazioni.
Questa tartaruga marina è stata rinvenuta con un grande amo in gola e per fortuna, grazie ad un intervento chirurgico di emergenza, siamo riusciti a darle una seconda possibilità, una seconda vita. Foto da Plastic Free
Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico sul benessere delle tartarughe marine?
Il cambiamento climatico ha un impatto significativo sul benessere delle tartarughe marine, influenzando diversi aspetti cruciali del loro ciclo di vita e delle loro abitudini migratorie. Una delle principali conseguenze è legata alla temperatura del mare, che ha un ruolo determinante nella distribuzione e nella sopravvivenza di queste creature.
Le tartarughe marine trascorrono la prima parte della loro vita in mare aperto, spesso sfruttando le correnti oceaniche per spostarsi. Tuttavia, questo comportamento le espone maggiormente ai cambiamenti climatici, inclusi abbassamenti improvvisi della temperatura e mareggiate imprevedibili. La variazione delle temperature del mare e la frequenza delle mareggiate possono destabilizzare gli habitat naturali delle tartarughe e influenzare i loro schemi di migrazione.
Un altro aspetto critico è la surriscaldamento delle acque, che può influenzare direttamente la migrazione delle femmine che colonizzano le zone di nidificazione. Questo fenomeno può essere osservato chiaramente in alcune regioni, come nel caso del Salento, dove il numero di nidi di tartarughe marine è aumentato significativamente negli ultimi anni. Questo spostamento verso zone più settentrionali può essere attribuito al riscaldamento anomalo delle acque, che rende le aree di nidificazione tradizionali meno adatte o addirittura inospitali per la riproduzione. Nella zona del Salento, nel 2006 avevamo rilevato un solo nido. L’anno scorso erano saliti a 33.
Che cosa fate per aiutare le tartarughe?
Per aiutare le tartarughe, abbiamo adottato diverse misure preventive e di conservazione per proteggere le tartarughe marine e preservarne il loro habitat naturale.
Le tartarughe marine comuni svolgono un ruolo fondamentale nell'ecosistema marino. Il loro carapace ospita vere e proprie comunità di piccole piante e animali, soprattutto crostacei, creando un habitat unico e vitale per numerosi organismi marini. Questa interazione evidenzia il concetto che in natura ogni elemento ha la sua funzione specifica e contribuisce al benessere dell'ecosistema nel suo complesso.
Le tartarughe marine hanno un impatto significativo sulla regolazione delle popolazioni di altre specie marine. Si nutrono di spugne e altri organismi, liberando spazio e risorse per altre forme di vita. Questo comportamento contribuisce alla regolamentazione della biodiversità nelle scogliere e nelle barriere coralline, permettendo la crescita e lo sviluppo di una varietà di organismi marini. La loro presenza favorisce la diversità biologica degli ecosistemi marini, mantenendo un equilibrio ecologico cruciale per la salute degli oceani.
Inoltre, le tartarughe marini svolgono un ruolo importante nella regolamentazione delle popolazioni di meduse. Consumando meduse come parte della loro dieta, contribuiscono a controllarne la popolazione, evitando la proliferazione eccessiva di queste creature che potrebbe avere effetti negativi sull'ecosistema marino.
Alleate contro il cambiamento climatico
L'alimentazione delle tartarughe marine comprende una vasta gamma di specie vegetali e animali, tra cui un'alga che ha la straordinaria capacità di stoccare fino al 35% in più di CO₂ rispetto alle foreste terrestri. Questo fenomeno è cruciale perché più le tartarughe ne mangiano, più l'alga cresce rigogliosa, aumentando la sua capacità di assorbire anidride carbonica dall'ambiente marino. Questo processo contribuisce alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, fornendo un esempio tangibile di come le specie marine possano influenzare l'equilibrio del clima globale.
Quali minacce rimangono per queste specie?
Il cambiamento climatico presenta ancora una minaccia significativa per le tartarughe marine. Con l'aumento delle temperature, vi è il rischio di una femminizzazione della specie, poiché sopra i 29 gradi Celsius le tartarughe marine nascono tutte femmine. Questo potrebbe portare a un calo della popolazione nel lungo termine, se non si adottano misure efficaci per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.
Il ruolo dei pescatori è cruciale nella conservazione delle tartarughe marine, poiché condividono lo stesso ambiente marino. È essenziale formare i pescatori affinché possano diventare la prima linea di difesa delle specie marine. Quando i pescatori comprendono l'importanza di proteggere le tartarughe marine, ciò ha un impatto diretto sul loro benessere e sulla sostenibilità della loro attività. Un pescatore informato sul perché sia importante proteggere le tartarughe marine sarà più incline a adottare pratiche di pesca sostenibili e a collaborare attivamente alla conservazione di queste specie minacciate.