Piantare un gran numero di alberi è un obiettivo giusto, opportuno, necessario. Ma non può essere il solo strumento da utilizzare per un efficace ed urgente impegno contro i cambiamenti climatici. È necessario intervenire anche sul fronte delle emissioni, lavorando per ridurle. E siamo proprio noi a dirlo!
Un illustre dizionario della lingua italiana definisce la parola alibi come “scusa, pretesto con cui si giustifica un comportamento manchevole”.
Può sembrare strano che un’azione universalmente percepita come positiva (piantare alberi) possa essere associata al concetto di alibi (e di comportamento manchevole).
Che poi a dirlo sia chi pianta alberi da un decennio può sembrare ancora più singolare.
Concedetemi però il beneficio del dubbio sul fatto che non abbia improvvisamente perso il senno.
Piantare un albero è un’azione apparentemente semplice che si svolge in un momento singolo, ma è solo un frammento, un fotogramma, di un percorso lungo e complesso. Come per ogni altra cosa può essere fatta bene o male, con cura o senza, con progettazione o sull’impulso del momento.
E l’impulso del momento, in questi giorni di G20 e di COP26, ci dice “piantiamo moltissimi alberi, salviamo il pianeta”.
È un concetto talmente semplice ed evidente che non può che essere giusto no? La CO2 causa il riscaldamento globale, gli alberi assorbono CO2, piantiamo più alberi e risolviamo tutti i nostri problemi…
Sfortunatamente la realtà è davvero molto, molto più complessa di così.
Nessun serio piano contro i cambiamenti climatici, al punto in cui siamo oggi, può prescindere da un immediato intervento veramente significativo sulla riduzione delle emissioni e sulla protezione delle foreste esistenti. E queste azioni, comunque, non ci porteranno ad invertire i cambiamenti climatici che sono già in corso, solo ad evitare che la situazione peggiori in modo insostenibile e arrivi a minacciare la nostra stessa esistenza.
Nel suo ultimo rapporto l’Ipcc stabilisce che al 2030 occorre un taglio delle emissioni serra rispetto al 2010 pari al 45% per stare nella traiettoria di un aumento di 1,5 gradi o pari al 25% per stare nella traiettoria di un aumento pari a 2 gradi.
Dalle conversazioni di questi giorni sugli impegni volontari assunti dai governi risulta che al momento le previsioni indicano non solo la mancanza di una riduzione delle emissioni di gas serra globali, ma un aumento del 16% al 2030.
Piantare alberi in modo casuale, senza affiancargli un complessivo piano strategico che comprenda tutti i livelli di azione necessaria, è un alibi, una foglia di fico, un gioco di prestigio che distrae dal problema più grande.
Piantare l’albero giusto, nel posto giusto, per il motivo giusto e garantirne la crescita, nel rispetto della biodiversità, degli ecosistemi e delle necessità delle popolazioni locali può essere parte della soluzione. Ma rimane solo ed esclusivamente una parte della soluzione.
Perché noi crediamo che ciascuno di noi debba impegnarsi per ridurre le proprie emissioni di CO2 e che nel farlo possa contribuire anche ad assorbirne piantando alberi.
Perché noi crediamo che si possa rendere questo pianeta più verde. E vogliamo farlo nel modo giusto.