Nel panorama della sostenibilità ambientale, la riduzione delle emissioni climalteranti derivate dagli allevamenti rappresenta una sfida cruciale. Gli animali da pascolo come bovini e ovini svolgono un ruolo ambivalente nel sistema alimentare globale: trasformano piante fibrose non commestibili dall'uomo in alimenti ricchi di proteine, ma sono anche una fonte significativa di metano, un potente gas serra.
Nella ricerca urgente di un sistema alimentare globale più sostenibile, il bestiame ha un duplice ruolo. Da un lato, convertendo le piante fibrose che l'uomo non può mangiare in carne e latte ricchi di proteine, gli animali da pascolo come mucche e pecore sono un'importante fonte di cibo per l'uomo. E per molte delle popolazioni più povere del mondo, allevare una o due mucche, o qualche pecora o capra, può essere una fonte di ricchezza fondamentale.
Ma questi benefici hanno un costo ambientale immenso. Uno studio del 2013 ha dimostrato che, a livello globale, il bestiame è responsabile di circa il 14,5% delle emissioni di gas serra, più di tutte le auto e i camion del mondo messi insieme. E circa il 40% del potenziale di riscaldamento globale del bestiame si manifesta sotto forma di metano, un potente gas serra che si forma durante la digestione della dieta fibrosa.
Questo dilemma è al centro di un articolo recentemente pubblicato su Knowable Magazine, che esplora le strategie più innovative per mitigare queste emissioni senza compromettere la sicurezza alimentare e che si collega molto bene all'esperienza che abbiamo maturato piantando, in sistemi agroforestali, un albero molto particolare: la Calliandra calothyrsus le cui potature sono tradizionalmente usate come integratore dei mangimi animali. Ecco, una ricerca pubblicata anni fa sulla rivista Animal, presentava già allora (in anticipo sui tempi in cui questa questione sarebbe diventata così rilevante) i dati che dimostravano come l'integrazione delle potature della Calliandra nel mangime animale fosse in grado di ridurre le emissioni di gas climalteranti.
È uno di quei casi in cui, abitudini tradizionali si scoprono avere effetti scientificamente provati come estremamente positivi. E il nostro lavoro, spesso, mette insieme questi due mondi - quello delle tradizioni locali e quello scientifico - solo apparentemente lontani.
Il metano è prodotto attraverso la fermentazione enterica nei ruminanti, un processo naturale durante il quale i microrganismi presenti nello stomaco degli animali scompongono il cibo fibroso, rilasciando metano come sottoprodotto. Con un potere riscaldante circa 28 volte superiore a quello dell'anidride carbonica (CO2) su un arco di 100 anni, il metano contribuisce in modo significativo al riscaldamento globale. Ridurre queste emissioni è dunque fondamentale per mitigare i cambiamenti climatici.
L'articolo di Knowable Magazine discute diverse strategie promettenti per ridurre le emissioni di metano dagli allevamenti, evidenziando l'importanza di un approccio multifattoriale.
Ricercatori stanno sviluppando vaccini e additivi che possono ridurre le emissioni di metano. I vaccini mirano a ridurre le popolazioni di microrganismi metanogeni nello stomaco degli animali, mentre gli additivi possono modificare il processo di fermentazione per ridurre la produzione di metano. Queste soluzioni sono ancora in fase sperimentale e richiedono ulteriori studi per essere ottimizzate e rese disponibili su larga scala.
La gestione del letame è un altro aspetto cruciale per ridurre le emissioni di metano. Tecniche come la copertura dei cumuli di letame, l'uso di digestori anaerobici per produrre biogas e la compostazione aerobica possono ridurre significativamente le emissioni di metano dal letame. Queste pratiche non solo riducono le emissioni, ma possono anche fornire fonti di energia rinnovabile e migliorare la fertilità del suolo.
La composizione della dieta degli animali ha un impatto significativo sulla produzione di metano. Aggiungere oli vegetali, agrumi, vegetali ricchi di tannini o alcuni tipi alghe alla dieta può ridurre le emissioni. Tuttavia, l'adozione su larga scala di queste soluzioni richiede ulteriori ricerche per garantire che siano sicure, efficaci e economicamente sostenibili.
Ricercatori hanno scoperto che l'inclusione di certi tipi di piante nella dieta dei ruminanti può ridurre significativamente la produzione di metano. In particolare, l'articolo "Effect of the tropical tannin-rich shrub legumes Calliandra calothyrsus and Flemingia macrophylla on methane emission and nitrogen and energy balance in growing lambs", evidenzia come l'utilizzo di foraggi ricchi di tannini, come la Calliandra calothyrsus, possa essere vantaggioso per la mitigazione del metano.
I tannini sono composti naturali presenti in molte piante che possono interferire con i processi digestivi del metano nei ruminanti, riducendone la produzione. Lo studio ha dimostrato che l'integrazione della dieta con leguminose ricche di tannini non solo riduce le emissioni di metano, ma può anche migliorare l'equilibrio energetico e proteico nei ruminanti.
Nei nostri progetti agroforestali, piantiamo numerosi alberi di Calliandra. La Calliandra appartiene al genere di piante floreali all'interno della famiglia delle Fabaceae. In condizioni ottimali può raggiungere un'altezza di 12 metri con un tronco di 30 cm di diametro. I suoi fiori e sepali sono verdi, con degli stami a filamenti di un viola o rosso di grande bellezza per il loro colore acceso. Si tratta di alberi molto versatili, capaci di adattarsi e crescere in terreni di vario tipo, anche a quelli meno fertili. Hanno inoltre la capacità di migliorare la qualità del suolo fissando l’azoto e riducendone l'erosione grazie all'esteso apparato radicale.
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Questi alberi non solo contribuiscono a sequestrare CO2 dall'atmosfera, ma le loro potature vengono tradizionalmente utilizzate dai contadini locali come mangime per il bestiame. Questo approccio ha un doppio beneficio: riduzione diretta delle emissioni di metano grazie all'effetto dei tannini e sequestro di CO2 attraverso la fotosintesi degli alberi.
L'integrazione della Calliandra nella dieta del bestiame è particolarmente interessante per diverse ragioni:
Sebbene ci siano molte strategie promettenti per ridurre le emissioni di metano dagli allevamenti, ci sono anche diverse sfide da affrontare. La variabilità nelle pratiche di allevamento, le differenze nei sistemi di produzione a livello globale e la necessità di soluzioni economicamente sostenibili rappresentano ostacoli significativi. Tuttavia, le opportunità per migliorare la sostenibilità del sistema alimentare globale sono immense.
Promuovere la ricerca e l'innovazione, incentivare le pratiche sostenibili e coinvolgere agricoltori e allevatori locali in programmi di formazione sono passi fondamentali per affrontare queste sfide. La collaborazione tra ricercatori, industrie e governi è essenziale per sviluppare e implementare soluzioni efficaci.
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