- Blog
- green focus
- Romagna -...
Romagna - Aiutare e provare a capire
mag 25, 2023 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
Il rapporto tra uomini e fiumi è stato un cardine dello sviluppo di civiltà di ogni parte del globo. Raro che una grande città non sia stata costruita in corrispondenza del corso o della foce di un fiume. Ma questo rapporto è destinato a farsi sempre più problematico se non si osserveranno le necessarie accortezze.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono un ulteriore fattore di inasprimento delle difficoltà di questa relazione. Quanto accaduto in Emilia Romagna ce lo ricorda drammaticamente ed è opportuno cercare di analizzarlo tenendo in considerazione tutti gli aspetti coinvolti nella complessa equazione che ha dato origine al disastro.
Oggi però, oltre alla riflessione su questi temi, è il tempo di fare qualcosa di concreto. Una donazione è quello che per prima cosa vi invitiamo a fare.
Aiutare prima di tutto
Quando accadono eventi come quelli che hanno riguardato la Romagna in queste settimane, spesso il dibattito pubblico si muove sui toni della polemica, sul rimbalzo delle responsabilità, sul correre a stabilire cause e colpevoli con una celerità che sarebbe meglio invece dedicare a dare soccorso a chi ne ha bisogno. Questa è una premessa doverosa e che non potevamo non fare. Colleghi, amici, parenti di tanti di noi che a Treedom lavoriamo, sono tra coloro che in questo momento stanno spalando il fango, sistemando case, strade, quel che si può. A loro va il primo dei pensieri e l’invito a tutti voi è quello di partecipare alla raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite.
L'Iban per la donazione, intestato a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia Romagna” è il seguente: IT69G0200802435000104428964. La causale da indicare è “Alluvione Emilia-Romagna”.
Dal nostro punto di osservazione
Come Treedom lavoriamo in 18 paesi del mondo, che abbracciano ben 3 continenti. Una delle aree su cui concentriamo il nostro lavoro e la nostra attenzione è la parte orientale dell'Africa. Di recente abbiamo aggiornato coloro che proprio lì hanno piantato i propri alberi, della situazione climatica eccezionale che si sta vivendo. Dopo una lunghissima stagione siccitosa le piogge sono arrivate tutte insieme, con una intensità che ha causato più problemi dei sollievi che ha portato.
Per darvi un'idea vi linko qui la pagina del Diario di uno dei miei alberi piantati in Kenya e vi linko anche i video che ho fatto per raccontare la situazione climatica in quell'area:
. qui il primo video che mostra i dati della siccità
. qui il secondo video che mostra l'arrivo delle piogge fin troppo intense
Lo scorso anno, invece, era stato il nostro collega tedesco Laurenz a scrivere su quanto accaduto pochi mesi prima nel suo paese, quando una serie di allagamenti colpì duramente la zona della Germania di cui è originario. Nella sua riflessione, Laurenz prendeva spunto da un’analisi pubblicata sulla rivista del Dipartimento Ambiente dell’Università di Yale:
L'attenzione ai cambiamenti meteorologici globali è importante. Tuttavia, il cambiamento climatico è un problema che richiederà decenni di sforzi internazionali. Concentrarsi solo su questo, tuttavia, assolve i politici e gli altri grandi attori della scena internazionale dalla loro responsabilità nel qui e ora.
Credo che entrambe queste note siano utili per dare l'idea di quanto sia attento il nostro punto di osservazione sulla questione. E personalmente aggiungerei che occorre valutare con attenzione i vari episodi e la loro relazione con i cambiamenti climatici, per non correre il rischio di letture troppo semplicistiche della situazione.
La relazione tra uomini e fiumi
Come detto in apertura, il rapporto tra uomini e fiumi è stato un cardine dello sviluppo di civiltà di ogni parte del globo, ma questo rapporto è destinato a farsi sempre più problematico se non si osserveranno le necessarie accortezze.
Prima ancora dei cambiamenti climatici, infatti, a violare le regole di buona convivenza coi fiumi siamo stati noi. Se concentriamo la nostra attenzione sull'Italia credo sia utile riprendere le parole con cui Fabio Luino, geomorfologo e ricercatore presso il CNR analizza le ragioni del crescere degli effetti disastrosi legati ad esondazioni di fiumi nel nostro paese
Questo fatto è inevitabilmente legato alla dilagante urbanizzazione che a partire dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso ha progressivamente occupato le aree ancora libere con una lenta, ma inesorabile invasione degli spazi vitali dei corsi d’acqua. Lo sviluppo urbanistico a partire da quel periodo è avvenuto, infatti, attraverso una sistematica sottrazione di quelle fasce ubicate ai lati delle sponde naturali ove il corso d’acqua poteva divagare senza creare danni: questi corridoi erano una sorta di “polmone”, di aree di espansione atte a contenere gli eventi straordinari, una sorta di garanzia. Ora, invece, abbiamo torrenti e fiumi quasi costantemente canalizzati, costretti spesso in passaggi angusti fra case, ponti, ponticelli, argini e scogliere: il loro alveo è stato ridotto, della metà, e in alcuni casi anche ad un terzo della ampiezza originale.
Questa lettura di premessa è utile ad inquadrare il tema nel modo, credo, più opportuno. La convivenza tra uomo e ambiente passa attraverso un equilibrio che spesso non è stato rispettato e l'illusione di imbrigliare la natura [se si parla di corsi d'acqua, poi, si pensi ad esempio alla pratica di tombare i fiumi] si rivela sempre più spesso per quella che è: un'illusione, appunto.
In questo contesto appare difficile negare che i cambiamenti climatici abbiano un ruolo nell'inasprire gli effetti di questo squilibrio, ma - come diceva Laurenz nella sua analisi - non è solo a loro che si può assegnare ogni responsabilità.
Così come, nel caso del disastro in Romagna, non è solo alle cause meteorologiche che si deve guardare.
Il caso Romagna | il meteo
Certo non si può nascondere che, nei momenti più intensi del maltempo che ha colpito la Romagna, si siano avuti casi in cui nell'arco di 24 ore sono caduti fino a 200 millimetri di pioggia.
"La peculiarità dell'evento, che è stato classificato come estremo in base ai dati degli ultimi 20 anni, è che sta insistendo nella stessa area già colpita due settimane fa", come ha spiegato all'ANSA Paola Salvati, dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR. "Vuol dire che i terreni erano già saturi e dunque non hanno potuto assorbire l'acqua in eccesso, che scorrendo in superficie ha aggravato le piene di tutti i fiumi".
La causa di questo evento estremo va ricercato in un ciclone imprigionato: "si è creata una situazione di stallo", osserva Marina Baldi, climatologa dell'Istituto per la BioEconomia del CNR: "poiché ci sono due aree di forte pressione su Nord Atlantico ed Europa Orientale, che tengono il ciclone bloccato sopra il Centro Italia".
A dare ulteriore spinta a questa situazione è stato il cosiddetto effetto Stau. Come spiegato su Geopop
Il vortice creatosi infatti ha interessato la catena appenninica e quindi questo ostacolo naturale ha spinto il fronte occluso ancora più alto in quota, facendolo raffreddare ancora di più e accentuando un fenomeno piovoso già di per sé intenso.
Infine, proprio le montagne dell'Appennino, esattamente alle spalle dell'area colpita dagli allagamenti, hanno contribuito ad incastrare l'area di alta pressione, concentrando il cattivo tempo in una fascia di territorio relativamente ristretta.
Il caso Romagna | il territorio
La conformazione del territorio, il ruolo della catena appenninica subito alle spalle di quella piana alluvionale che è il territorio della Romagna, così come il ruolo di un terreno composto per la gran parte di argilla e limo, sono tutti fattori che hanno raccolto quanto arrivato dal cielo e lo hanno trasformato in ciò che ha letteralmente travolto case, paesi, città, strade, ponti, vite.
Per quanto riguarda questi aspetti, l'analisi migliore che ho trovato online è ancora quella di Geopop, in un video di Andrea Moccia, geologo e divulgatore scientifico. Un contributo così lucido che ve lo riporto sotto, per chiudere questa lunga, ma spero utile riflessione su questo tema.
Non prima però, di avervi ricordato ancora una volta che l'Iban per la donazione, intestato a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia Romagna” è il seguente: IT69G0200802435000104428964. La causale da indicare è “Alluvione Emilia-Romagna”.
Ecco il video di Geopop