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Gli alberi e la città. Un'analisi per capire
mar 11, 2022 | scritto da: prof. Carlo Ferrari
Un disegno del vignettista francese Laurent Fabre, noto con lo pseudonimo di Konk, rappresenta un paesaggio urbano in cui una corona di altissimi grattacielo, circonda un cerchio di strada piena di auto. Al centro uno spiazzo ed un albero che si erge solitario. Le sole persone che si vedono nel disegno sono tutte raccolte intorno a quell’albero.
Questa immagine sintetizza meglio di tante parole la centralità degli alberi per la qualità umana degli ambienti urbani
Può uno spazio urbano fare a meno degli alberi ? Le città dove viviamo ci dicono di si. Però un luogo senza alberi, sia una strada o un piccolo giardino, è privo di quella atmosfera che solo gli alberi sanno creare, attraverso la variazione dei colori e delle ombre, nello spazio e nel tempo.
Alberi e spazi urbani
Usare bene gli alberi significa soprattutto scegliere le specie adatte: occorre conoscere la forma complessiva che avranno a pieno sviluppo, la velocità di accrescimento, l'estensione dell'apparato radicale, le necessità relative al suolo, la resistenza al freddo e alla secchezza dell'aria urbana, gli effetti cromatici che desideriamo (il colore delle foglie, dei fiori e dei frutti).
L'errore più frequente che viene commesso è quello di scegliere specie non adatte allo spazio loro riservato accanto alle case: degli uomini. Gli alberi vengono acquistati quando hanno pochi anni di vita e dimensioni che non sono quelle del loro pieno sviluppo. Come tutti possiamo facilmente vedere il risultato è quello di alberi orrendamente mutilati attraverso "potature di contenimento" che favoriscono le più svariate patologie (con eventuali nuovi costosi interventi di risanamento) e la morte della pianta dopo alcuni anni. Altro errore molto frequente è il ritenere che, comunque, le potature siano necessarie: si tratta, forse, di un ricordo ancestrale delle pratiche agricole tese ad ottenere "foglia" per il nutrimento del bestiame. I nostri cari antenati - ne sono certo - sarebbero i primi a non capire perché ci ostiniamo a voler stimolare la produzione di foglie in alberi che ci servono oggi per altri scopi. Si narra che esista un comandamento peduto da Mosè, forse insieme ad altri comandamenti, durante la discesa dal monte Sinai e che può così riassumersi: undecimo, non potare! Laicamente, si può correggere questa prescrizione, osservando che potature, molto contenute ed effettuate soltanto su parti morte della pianta, possono essere necessarie, ma si tratta pur sempre di piccoli interventi che non devono deturpare e indebolire la pianta.
La forma degli alberi è un elemento di grande importanza nell'uso urbano di queste piante, non tanto come "arredo" (concetto che tende a farci credere che un albero e un lampione siano la stessa cosa), quanto come elemento vivo che partecipa alla creazione e al mantenimento dell'ecosistema urbano, nel nostro giardino o lungo le strade. Esistono alberi globosi, a cono, a cupola, ad anfora, conici, a palchi, oppure irregolari e bizzarri. La disposizione delle specie secondo le loro forme è un tema centrale nell'architettura dei giardini (se lo spazio lo consente): gli alberi con forme poco compatte, come un olivo, un cedro, una betulla, sono adatti a comparire in primo piano, mentre il secondo piano è da riservare alle piante con forme imponenti e compatte, come i platani, le querce, gli aceri, gli abeti.
Gli effetti sul clima urbano e non solo …
La scelta e la disposizione degli alberi secondo le loro forme non riguarda soltanto l'estetica ma ha importanti effetti sulla temperatura, sul contenuto in umidità dell'aria, sulla sua circolazione locale, cioè, in poche parole, sul clima urbano. L'ombreggiamento delle strade e degli edifici si accompagna all'immissione di vapore acqueo nell'aria in seguito alla traspirazione, un fenomeno legato alla fotosintesi, che avviene nelle foglie. Per realizzare il passaggio dell'acqua, dallo stato liquido in cui si trova nei sistemi conduttori della pianta, allo stato di vapore, le foglie assorbono molta energia dall'atmosfera e contribuiscono così a farne diminuire la temperatura. Le differenze di temperatura dell'aria che si stabiliscono tra la chioma degli alberi e le aree circostanti originano movimenti convettivi che, a loro volta, contribuiscono a far diminuire la temperatura in queste aree.
Nel caso di filari di alberi, non bisogna inoltre trascurare il loro effetto di barriera acustica e l'effetto di schermo sulle correnti atmosferiche nei grandi spazi aperti che circondano, ad esempio, le periferie urbane e le autostrade. Quest'ultimo effetto consiste in un'attenuazione della velocità del vento, senza la formazione dei vortici che accompagnano invece la presenza di barriere di materiale inerte. Si tratta di un effetto che, per secoli, è stato utilizzato nella pianura padana attraverso l'uso di grandi filari di pioppi cipressini (Populus nigra var. pyramidalis), in modo così massiccio che i viaggiatori inglesi del Settecento denominarono questo pioppo "lombardo" (dove Lombardia è, all'uso medievale, tutta l'Italia settentrionale). Penso che sarebbe veramente utile riprendere questa pratica nelle grandi aree aperte che circondano le autostrade, le loro aridissime e soleggiate aree di sosta, e le periferie urbane, magari eliminando effetti indesiderati sul vasto popolo degli allergici con l'uso, oggi, del pioppo bianco piramidale (Populus alba v. pyramidalis o Populus bolleana).
Ma il più grande effetto benefico degli alberi in città è quello che riguarda l'animo della gente: dovunque ci sono molti alberi, come nei parchi cittadini, i bambini giocano e tutti possono incontrarsi e parlare addirittura a bassa voce. Vediamo tutti che in questi luoghi si vive meglio. Tra le lezioni dell'urbanistica moderna vi è anche quella che ci ammonisce a misurare la qualità della vita misurandola sulle necessità dei bambini. Ecco perché le case dovrebbero avere sempre accanto uno spazio sufficiente ad ospitare alberi: se ci possono stare loro significa che c'è veramente spazio per un giardino e per i giochi dei nostri figli.
Per cambiare volto ad una strada anonima della periferia ma, soprattutto, per migliorare la vita di chi ci abita basta poco: un filare di alberi. Lo dimostrano le proteste dei cittadini per l'abbattimento degli alberi lungo le strade, visto come un intervento doloroso che (aggiungo) andrebbe sempre spiegato nella sua eventuale necessità. Magari per scoprire che non è poi indispensabile. Non so voi, ma quando percorro le grandi strade che danno accesso alla parte centrale della città, accetto meglio le code e il rumore se la strada è accompagnata e ombreggiata da grandi alberi. Nei miei sogni vi è una regola che stabilisca che ai margini di ogni strada cittadina di larghezza superiore ai 10 metri debbano essere piantati due filari di alberi.
Purtroppo, come per gli uomini, anche per gli alberi l'ambiente urbano (e gli altri ad esso assimilabili per la vastità dell'asfalto e del cemento) può essere gravemente nocivo alla salute. Sono particolarmente sensibili a molti inquinanti dell'aria i tigli, i carpini, e l'abete americano (Pseudotsuga menziesii). La secchezza dell'aria e del terreno fa soffrire gli ippocastani (Aesculus hippocastanum).
La scelta delle specie è cruciale, per evitare spese inutili.