Oggi l'avocado è conosciuto in tutto il mondo con il suo nome. Ma la scelta di chiamarlo così non fu affatto facile! Vi raccontiamo come andò.
È il 15 maggio 1915 e siamo a Los Angeles, in una delle eleganti sale riunioni dell’hotel Alexandria. A quell’epoca si trattava di un hotel moderno e ambizioso, anche se di lì a qualche decennio avrebbe conosciuto periodi di decadenza e abbandono, senza tuttavia mai perdere quel fascino che ne ha fatto il set di film famosi come 7even o Spiderman 3.
Ma quel 15 maggio 1915 ciò che ospita è la prima riunione ufficiale di produttori di avocado che la storia ricordi.
Di tutte le mode alimentari che periodicamente vanno e vengono (vi ricordate le bacche di Goji o il caffè Kopi Luwak?) quella dell’avocado è una delle poche che resiste da tempo e continua a conquistare nuovi palati. Ma all’inizio del secolo scorso, questo frutto aveva appena iniziato a muovere i primi passi nel mondo del commercio organizzato e tuttavia stava già mietendo successi.
Ecco che i pionieri californiani della coltivazione a scopo commerciale dell’avocado si riunirono per darsi una serie di regole comuni a partire da una decisiva per il marketing di ogni prodotto: il nome.
All’epoca, infatti, l’avocado era conosciuto con vari nomi. Il più diffuso era il termine con cui gli indigeni messicani, nella loro lingua nahuatl, chiamavano i frutti di quell’albero così antico e maestoso: ahuacate. Ai produttori riuniti all’hotel Alexandria parve quindi opportuno puntare sul nome che era già il più affermato.
Ma le cose non dovevano essere così facili.
Qualcuno obiettò che per dei consumatori anglofoni la pronuncia di quel nome avrebbe potuto essere ostica, ma l’obiezione che davvero spiazzò l’uditorio arrivò quando qualcuno fece notare che la parola ahuacate era quella con cui, sempre in lingua nahuatl, ci si riferiva anche ai … ebbene sì, ai testicoli.
La prospettiva di vedere associato il prodotto dei propri sforzi agricoli ad una parte anatomica non esattamente indicata per dargli lustro, convinse immediatamente l’assemblea a cercare un’alternativa.
Vi fu quindi chi pensò di proporre come nome quello, anch’esso già abbastanza diffuso, di “pera alligatore”. Questo nome aveva sì un collegamento con la scorza del frutto, verde e grinzosa come la pelle dell’alligatore, ma anche in quel caso l’obiezione di associarne il nome ad un animale non esattamente adatto a scopi di marketing, portò ad abbandonare l’ipotesi.
Fu così che alla fine di quella riunione, il nome che apparve più opportuno fu avocado, che come altri nomi nahuatl era stato “spagnolizzato” dai primi colonizzatori europei (è il caso anche di coyotl che divenne coyote o mizquitl che divenne mesquite).
Nessuna obiezione venne mossa e da quel giorno il nome di quel frutto, oggi amato in tante parti del mondo, divenne avocado.
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