Gli alberi invisibili dell'Africa che stanno cambiando il clima

mag 17, 2024 | scritto da:

Negli ultimi anni, studi dettagliati hanno rivelato che una grande quantità di alberi in Africa sfugge alle mappature forestali tradizionali, si stima che circa il 29% degli alberi africani si trovi fuori da zone classificate come foreste. Questo fenomeno si deve principalmente alla presenza di alberi in aree agricole, savane e zone urbane che non rientrano nelle categorie di foreste dense mappate da satellite e altri strumenti convenzionali.
Comprendere e valorizzare questi alberi è cruciale per le strategie di sviluppo sostenibile e di lotta al cambiamento climatico.

Alla scoperta degli alberi invisibili

I dati satellitari a moderata risoluzione spaziale (10-30 m) sono la fonte di dati prevalente per la mappatura e il monitoraggio dei cambiamenti della copertura arborea su scala continentale e globale. Tuttavia, la risoluzione di 10-30 m non consente di individuare i singoli alberi al di fuori delle foreste ed i tentativi di mappare la copertura frazionaria dei pixel con metodi come l'unmixing spettrale non hanno dato risultati soddisfacenti. Fino a pochi anni fa, dunque, la gran parte dei dati relativi alla mappatura di zone coperte da alberi, erano dati incompleti.

Questa carenza di dati, in un contesto specifico come quello africano, poteva essere considerata non particolarmente rilevante, dato che era idea diffusa che la gran parte della copertura arborea del continente fosse quella rappresentata dalle foreste, con qualche eccezione relativa alle savane, ma non così rilevante.
Ebbene, non era così.

I nuovi dati satellitari ad altissima risoluzione spaziale (0,5 m) e le più moderne tecniche di apprendimento automatico sono oggi in grado di mappare anche i singoli alberi su vaste aree, un requisito importante per la realizzazione di mappe realmente accurate. A fronte di queste nuove tecniche, un team di ricercatori di varie università (dal Belgio alla Danimarca, dagli USA alla Francia) ha deciso di passare letteralmente al setaccio le mappe del continente africano per rilevare una più corretta analisi della copertura arborea del suo territorio.

Utilizzando la costellazione di nanosatelliti PlanetScope, che fornisce immagini giornaliere globali ad altissima risoluzione, abbiamo mappato la copertura arborea forestale e non forestale dell'Africa continentale utilizzando immagini di un solo anno. Il nostro prototipo di mappa dimostra che è possibile effettuare una valutazione precisa di tutti gli ecosistemi arborei su scala continentale e rivela che il 29% della copertura arborea si trova al di fuori delle aree precedentemente classificate come foreste, come ad esempio in terreni coltivati e dedicati al pascolo. Una mappatura così accurata della copertura arborea fino al livello dei singoli alberi e coerente tra i Paesi ha il potenziale di ridefinire gli impatti dell'uso del suolo nei paesaggi non forestali, di superare la necessità di definire le foreste e di creare le basi per soluzioni climatiche naturali e studi legati agli alberi.

Questo è quanto scrivono nell'abstract della loro ricerca.
Ma come è possibile che tanti alberi siano fuori da ambienti forestali?

agroforestry_rowAgroforestazione 

La diffusione della pratica dell'agroforestazione è una delle principali ragioni che si può ipotizzare. Chi conosce Treedom ha già confidenza con questo termine. 

Immaginate campi di grano a perdita d’occhio e poi, oltre i loro confini, ettari di fitti boschi. Un chiaro confine tra agricoltura e natura; un'immagine che diamo per scontata.

Immaginate ora un terreno in cui si mescolano ortaggi e alberi e, per essere precisi, diverse specie di alberi, sia da frutto che specie più tipiche di foreste e boschi. E magari immaginate che in questo strano ambiente circolino anche animali da cortile. Quello che state vedendo in questo caso, è un sistema agroforestale. Uno spettacolo piuttosto insolito, almeno per come la gran parte di noi è abituato ad intendere gli ambienti agricoli. Eppure l'agroforestazione è una tendenza che sta prendendo piede. Un sistema di gestione dei terreni che in realtà non è così nuovo. Infatti è una delle più antiche forme di coltivazione.

Semplificando un po', l'agroforestazione consiste nel realizzare ambienti in cui colture stagionali e orticole convivono con alberi che vengono piantati per interagire in modo positivo con esse. Spesso, inoltre, si prevede che in un ambiente del genere possano convivere anche animali da allevamento ed in tal caso si parla di sistemi agro-silvo-pastorali. Questo approccio ha dimostrato di aumentare la fertilità del suolo e la produttività agricola, offrendo anche un'arma potente contro l'erosione del suolo e la perdita di biodiversità.

Gli alberi vengono quindi piantati in contesti che non sono quelli forestali classici e per questo fino ad oggi era difficile tenere contezza della loro presenza tramite i rilievi satellitari.

La Rigenerazione Naturale Gestita dagli Agricoltori (FMNR)

A questo si aggiunga che in alcuni paesi, in particolare Niger, Mali ed Etiopia, è andata diffondendosi una pratica, molto simile negli esiti a quella della piantumazione in sistemi agroforestali, chiamata Rigenerazione Naturale Gestita dagli Agricoltori.Il FMNR è una pratica che permette agli agricoltori di proteggere e gestire la ricrescita naturale degli alberi nei campi agricoli. Questo metodo è particolarmente diffuso in paesi come Niger, Mali, Etiopia e Senegal. Il FMNR utilizza le radici degli alberi precedentemente tagliati, che possono rigenerarsi senza necessità di piantare nuovi alberi. Ciò ha trasformato vasti paesaggi minacciati dalla desertificazione in agroforeste produttive.

In Niger, ad esempio, sono stati rigenerati circa 200 milioni di alberi su 5 milioni di ettari di terra agricola.

Importanza degli Alberi Fuori dalle Foreste

Gli alberi situati fuori dalle aree forestali tradizionali svolgono un ruolo fondamentale in vari ecosistemi. Contribuiscono alla conservazione della biodiversità, forniscono risorse come legna da ardere e foraggio, e migliorano la qualità dell’aria e dell’acqua. Sono cruciali per la mitigazione dei cambiamenti climatici grazie alla loro capacità di assorbire CO2, aiutano a stabilizzare il suolo e a migliorarne la fertilità, ne aumentano la resilienza alla siccità e alla desertificazione, favorendo l’agricoltura sostenibile. Contribuiscono inoltre a creare microclimi più favorevoli per le colture, riducendo la necessità di input chimici e aumentando la resa agricola.

Dal punto di vista sociale, questi alberi forniscono materiali da costruzione, frutti e altre risorse alimentari, così come materie base per la realizzazione di medicine e rimedi, ad esempio, per la cura degli animali (alcuni alberi forniscono infatti sostanze antiparassitarie che possono essere impiegate per proteggere il bestiame) e altre risorse che supportano l’economia locale. La gestione sostenibile di questi alberi può quindi contribuire a migliorare la sicurezza alimentare e il benessere delle comunità rurali, riducendo la povertà e promuovendo lo sviluppo economico.

La recente analisi dei dati satellitari ad alta risoluzione che hanno evidenziato che oltre un quarto della copertura arborea dell’Africa si trova al di fuori delle foreste, hanno dimostrato non solo la vastità e l’importanza di questi alberi, ma impongono una riflessione anche sulle nuove sfide e opportunità per la loro gestione sostenibile.

Implicazioni Politiche

Per sfruttare appieno i benefici degli alberi fuori dalle foreste, è necessario che le politiche nazionali e regionali riconoscano e promuovano la gestione sostenibile di queste risorse. Le pratiche agroforestali dovrebbero essere integrate nei programmi di sviluppo rurale e nelle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. Inoltre, è essenziale sensibilizzare le comunità e i decisori politici sull’importanza di questi alberi e sui vantaggi della loro gestione sostenibile.

Conclusione

L’integrazione della gestione degli alberi fuori dalle foreste nelle politiche di sviluppo sostenibile rappresenta una grande opportunità per l’Africa. Pratiche come l'agroforestazione e il FMNR non solo migliorano la resilienza ecologica e agricola, ma offrono anche benefici economici e sociali significativi. Riconoscere il valore di questi alberi e promuovere la loro rigenerazione naturale può contribuire a creare un futuro più sostenibile e prospero.

Per ulteriori approfondimenti, leggi gli articoli completi su Yale Environment 360 e Nature Communications.

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