Ondate di calore con punte di quasi 50 gradi e incendi che si diffondono sul territorio. Le notizie che arrivano dal Canada aprono la stagione degli incendi nel peggiore dei modi.
Al momento in cui scrivo sono 486 i decessi avvenuti negli ultimi 5 giorni in Canada per cause riconducibili all’ondata di calore che sta attraversando la parte occidentale del paese. Oltre ai decessi, la situazione si sta facendo critica sul fronte degli incendi che vengono costantemente monitorati dal servizio antincendio della provincia (che segnala in questo momento 116 incendi attivi, di cui la metà scoppiati negli ultimi 2 giorni).
Siamo nella provincia della British Columbia, la più a ovest delle province canadesi, che si affaccia direttamente sull’Oceano Pacifico e copre un territorio di quasi 1 milione di km², abitato da poco più di 4 milioni e mezzo di persone. Si tratta di un paese con una densità abitativa molto bassa e in cui la natura ha uno spazio predominante e che, da un punto di vista morfologico, si caratterizza per la presenza di numerose catene montuose fortemente boscate.
Come spesso accade in questi casi, si dibatte sull’effettiva incidenza dei cambiamenti climatici rispetto ad eventi di questo tipo e se le ondate di calore stiano diventando sia più comuni che più intense a causa del riscaldamento del clima.
Già nell’edizione 2014 del National Climate Assessment per il controllo dei cambiamenti climatici in USA, era scritto che “le analisi mostrano che il cambiamento climatico indotto dall'uomo ha generalmente aumentato la probabilità di ondate di calore, e del resto il calore estremo prolungato (per più mesi) registrato negli ultimi anni, non ha precedenti dall'inizio delle registrazioni strumentali affidabili nel 1895”. L’aggiornamento 2018 aggiungeva che “con il continuo riscaldamento, si prevede che i decessi legati al freddo diminuiscano e che quelli legati al caldo aumentino; ma nella maggior parte delle regioni, si prevede che l'aumento dei decessi legati al caldo superi la riduzione dei decessi legati al freddo”. Purtroppo il caldo estremo è già uno dei tipi più letali di eventi legati al tempo negli Stati Uniti, uccidendo una media di 702 persone ogni anno, secondo i Centers for Disease Control. Le ondate di calore estremo causano, nella maggior parte degli anni, più morti rispetto ad altri fenomeni come uragani, inondazioni e tornado.
Difficile altresì negare che ci sia una correlazione tra ondate di calore e incendi, per la semplice notazione che - per usare le parole del ricercatore italiano Giorgio Vacchiano - “quando l’aria è calda e secca, la vegetazione perde rapidamente acqua per evaporazione e si dissecca. Più la siccità è prolungata, più grandi sono le dimensioni delle parti vegetali che si seccano. Quando anche le parti più grandi (fusti e rami) perdono acqua, cosa che avviene molto raramente, gli incendi possono durare più a lungo proprio come in un caminetto: i “pezzi” piccoli sono quelli che fanno accendere il fuoco, e quelli grandi sono quelli che bruciano per più tempo”.
Guardando i dati sugli incendi in British Columbia, che sono molto accurati, è indicativo notare che nel conto totale degli incendi scoppiati nella provincia nel corso di quest’anno la principale causa è indicata come “person”. Le persone sono responsabili di oltre il 60% degli incendi scoppiati nel 2021 in British Columbia, mentre i fulmini sono responsabili del 23% e rimane una quota di incendi la cui origine riamane sconosciuta. Una parte di incendi causati dagli essere umani sono di origine dolosa, ma molti altri sono dovuti ad incidenti e per questo si sta intervenendo con divieti di fare accampamenti e falò, dato che nelle condizioni attuali anche un piccola scintilla può generare un disastro.
Se spostiamo l’attenzione dalle cause di incendi dell’anno in corso, alle cause di incendi dell’ultima settimana è interessante notare che in questo caso i fulmini sono responsabili di quasi il 60% degli incendi, mentre le cause umane superano di poco l’11%.
Quel “probabilmente sì” riferito al ruolo dei fulmini era una valutazione giustamente cauta, tuttavia vale la pena notare che anche in questo caso i dati indicano che il fenomeno merita di essere indagato con un’attenzione particolare.