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10 anni di SDGs: il tempo delle aziende è adesso
set 17, 2025 | scritto da: Tommaso Ciuffoletti
A dieci anni dalla firma dell’Agenda 2030, i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) restano la bussola per affrontare sfide decisive come clima, equità e crescita inclusiva. Le aziende hanno un ruolo fondamentale: possono trasformare visioni globali in azioni locali, misurabili e condivise, contribuendo a costruire un futuro resiliente e sostenibile per tutt
Cosa sono gli SDGs
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) sono stati adottati nel 2015 dalle Nazioni Unite come un’agenda universale che guida il mondo verso un futuro più equo.
Sono 17 traguardi che spaziano dall’eliminazione della povertà alla lotta al cambiamento climatico, dalla promozione dell’istruzione di qualità alla tutela della biodiversità. Ogni obiettivo è collegato agli altri: raggiungere la parità di genere, ad esempio, contribuisce anche a ridurre le disuguaglianze e a migliorare la crescita economica. Gli SDGs non sono dunque un elenco di azioni isolate, ma una mappa integrata che chiama governi, società civile, cittadini e, soprattutto, aziende a fare la loro parte.
Quando nel 2015 i 193 Paesi membri dell’ONU firmarono l’Agenda 2030, l’ambizione era chiara: trasformare radicalmente il modello di sviluppo globale in soli 15 anni. Dieci anni dopo, l’anniversario diventa un momento di bilancio e di rilancio. Alcuni risultati sono incoraggianti: milioni di persone hanno ottenuto accesso a energia pulita e a istruzione primaria, e l’attenzione pubblica per la sostenibilità è cresciuta. Tuttavia, emergenze come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, i conflitti e la pandemia hanno rallentato i progressi. Guardare a questo decennio significa riconoscere quanto fatto, ma soprattutto quanto resta da fare. È una scadenza che ci ricorda l’urgenza di agire subito, trasformando obiettivi in azioni concrete.
Il ruolo delle aziende
Se i governi definiscono strategie e politiche, le aziende sono il motore pratico della transizione verso la sostenibilità. La loro capacità di innovare, investire e influenzare intere filiere rende il settore privato determinante per il raggiungimento degli SDGs. Non si tratta solo di ridurre emissioni o migliorare l’efficienza: significa ripensare modelli di business in chiave circolare, creare occupazione dignitosa, favorire l’inclusione e garantire trasparenza. Oggi le imprese che si limitano a fare “greenwashing” rischiano di perdere credibilità, mentre quelle che integrano gli SDGs nella strategia aziendale dimostrano lungimiranza e resilienza. Gli stakeholder – consumatori, investitori, dipendenti – chiedono coerenza e impegno reale. Così, il ruolo delle aziende non è più accessorio, ma centrale: sono protagoniste nel trasformare gli SDGs da visione globale ad azioni quotidiane, capaci di incidere localmente e globalmente allo stesso tempo.
Misurare i progressi
Misurare i progressi sugli SDGs è un compito complesso, ma indispensabile. L’ONU ha definito 231 indicatori ufficiali, che i Paesi monitorano attraverso i propri sistemi statistici. A questi dati si affiancano oggi nuove fonti come big data, sensori ambientali e contributi della società civile. Secondo la UNECE, la qualità dei dati è fondamentale: devono essere tempestivi, affidabili, comparabili e accessibili. Tuttavia, le sfide non mancano: in molti Paesi esistono ancora lacune statistiche, difficoltà di coordinamento e scarsità di risorse. Per le aziende, contribuire a questo sistema significa pubblicare report di sostenibilità trasparenti, aderire a standard internazionali (come GRI o SDG Compass) e integrare le metriche ESG. In questo modo, i dati diventano strumenti non solo di misurazione, ma anche di comunicazione e accountability verso gli stakeholder. Senza dati, gli SDGs resterebbero obiettivi astratti; con i dati, diventano impegni concreti e verificabili.
Secondo il Rapporto ONU 2025, i risultati ottenuti in dieci anni sono parziali.
Da un lato, la povertà estrema è diminuita, cresce l’uso delle energie rinnovabili e in molti Paesi aumenta l’accesso a cure sanitarie e istruzione. Dall’altro, la crisi climatica continua a peggiorare, le emissioni globali di CO2 non calano abbastanza e le disuguaglianze sociali si ampliano, anche a causa della pandemia e dei conflitti. In Europa, e in Italia in particolare, si notano progressi in salute, parità di genere ed efficienza energetica, ma arretramenti in biodiversità, consumo di suolo e riduzione delle disuguaglianze economiche. L’immagine è quella di un mosaico: alcune tessere brillano, altre restano incomplete. Proprio per questo, il decennio che resta prima del 2030 deve essere quello dell’accelerazione, con un impegno rafforzato di tutti gli attori, aziende comprese.
Perché contano per le aziende
Gli SDGs offrono alle aziende un linguaggio universale per raccontare il proprio impegno e un quadro di riferimento per orientare innovazione e crescita. Sempre più consumatori scelgono brand che dimostrano responsabilità sociale e ambientale; gli investitori guardano ai criteri ESG per valutare solidità e prospettive; i dipendenti, soprattutto i più giovani, cercano aziende con valori autentici. In questo scenario, integrare gli SDGs non è un lusso ma una necessità: significa costruire fiducia, ridurre rischi, accedere a nuovi mercati e rafforzare la competitività. Inoltre, lavorare con gli SDGs aiuta a individuare opportunità di business in aree emergenti come energie pulite, economia circolare e inclusione sociale. Per le imprese, dunque, questi obiettivi non sono solo responsabilità etiche, ma leve strategiche per un futuro più resiliente e innovativo.
Esempi virtuosi
Molte imprese hanno dimostrato che legare la propria strategia agli SDGs è possibile e genera valore. Ovviamente ogni azienda lavora partendo da basi diverse, ma ciascuna lavora secondo un percorso che ha senso rispetto al proprio business. Si pensi ad Unilever, checon il suo “Sustainable Living Plan”, ha ridotto le emissioni, migliorato la salute e il benessere di milioni di persone e dimostrato come la sostenibilità possa andare di pari passo con la crescita economica o Microsoft, che si sta impegnando diventare carbon negative entro il 2030. Sono aziende enormi, multinazionali che operano con un impatto, ma che pure si stanno impegnando a mitigarlo. Ovvio che poi ci sono esempi come Patagonia, che ha costruito la propria identità su un impegno radicale per l’ambiente.
E anche Treedom, seppur più giovane, è un caso emblematico di come anche realtà innovative possano essere protagoniste: col nostro lavoro contribuiamo alla realizzazione di 11 Obiettivi di Sviluppo sostenibili. Le nostre aziende partner – come Coop, Timberland, Internazionale, Unipol – hanno scelto Treedom per tradurre il proprio impegno in azioni tangibili, raccontabili e coinvolgenti per clienti e dipendenti. Questi esempi dimostrano che gli SDGs non sono un vincolo, ma un’opportunità di leadership e innovazione.
---> Leggi il report d'impatto 2024 di Treedom
Treedom può aiutarti
Treedom infatti è una piattaforma unica che permette alle aziende di agire concretamente sugli SDGs e di raccontarlo in modo autentico.
Piantare alberi non significa solo assorbire CO2, ma anche sostenere comunità locali, tutelare la biodiversità e promuovere sviluppo economico inclusivo. Per le imprese, adottare progetti Treedom significa integrare i propri obiettivi ESG con azioni misurabili e comunicabili: ogni albero ha una pagina online che racconta la sua storia e i benefici generati. Questo permette di coinvolgere dipendenti e clienti, trasformando un gesto ambientale in una narrazione condivisa e potente. Inoltre, Treedom offre report trasparenti che aiutano le aziende a comunicare i risultati nei bilanci di sostenibilità, rafforzando la credibilità. Così, un gesto semplice come piantare un albero diventa una leva strategica per dimostrare impegno verso gli SDGs, migliorare reputazione e rafforzare la relazione con tutti gli stakeholder.
Il futuro
A dieci anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030, gli SDGs restano un faro che illumina la strada verso un futuro più equo e sostenibile. Le sfide sono enormi, ma anche le opportunità lo sono: innovazione, inclusione e collaborazione possono trasformare la crisi in slancio. Per le aziende, l’impegno negli SDGs non è più opzionale: è una condizione per restare rilevanti e resilienti. Governi, imprese e cittadini devono muoversi insieme: solo così gli SDGs potranno smettere di essere un elenco di buone intenzioni e diventare la realtà di un mondo migliore per tutti.