Un incontro tra letteratura e natura. La rubrica dedicata ai libri che parlano di ambiente e sostenibilità.
Amore è cura, attenzione e dedizione verso l’Altro che sia un uomo, un animale, una pianta. Nel mese più romantico dell’anno quattro consigli di lettura che lo raccontano, da regalare a chi volete bene.
Jean Giono fu uno scrittore francese del Novecento di origini piemontesi, nacque in Provenza, terra antica e luminosa alla quale rimase legato per tutta l’esistenza.
L’uomo che piantava gli alberi è un racconto breve che narra poeticamente le vicende di Elzéard Bouffier, contadino di un paesino desolato del sud francese. Con una tenacia che è fonte d’ispirazione, il protagonista trascorre in solitudine, dopo la morte della moglie e del figlio, la vita che gli resta. Si prefigge un solo obiettivo verso cui dedica con perseveranza tutte le sue energie: piantare alberi.
La strada è tortuosa, ma giorno per giorno, senza onorificenze e nel più completo anonimato, il nuovo bosco cresce, si veste di bellezza. Diventa un luogo ospitale, il sogno, adesso reale, per le future generazioni.
Un libro che ci regala un’incredibile voglia di fare e ci mostra come la cura sia la dimostrazione d’affetto più emozionante.
Se un cuore generoso è sufficiente per far nascere una foresta, cosa potremmo fare se c’impegnassimo tutti insieme? https://www.treedom.net/it/
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Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole.
Emily Elizabeth Dickinson, è questo il nome completo, fu una poetessa dell’Ottocento celebre in tutto il mondo, considerata una delle prime voci poetiche moderne. La sua produzione è vastissima per numero di poesie e argomenti trattati, ed oggi la ricordiamo per il profondo e dedito amore verso la natura. La scrittrice, non a caso, trascorreva il tempo delle sue giornate solitarie, prendendosi cura del proprio giardino, meditando e scrivendo del verde di cui si circondava.
Il testo consigliato è il compendio della sua produzione poetica, così spesso intrisa di natura. I versi che ci dona raccontano il reale, le parole scritte sono i suoi occhi sul mondo. A volte ellittica e misteriosa, s’interroga e non sempre risolve, ma ciò che vede e scrive batte, batte fortissimo, pare cuore vivo e pulsante.
La Dickinson non si serve d’artifici barocchi finti e melensi per descrivere la vegetazione che tanto apprezza. La studia e si lascia trasportare, consapevole della grandezza e dell’amore che necessita. È questa la sua rivoluzione letteraria.
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Natura è tutto ciò che noi vediamo :
il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo,
l’eclissi, il calabrone.
O meglio, la natura è il paradiso.
Natura è tutto ciò che noi udiamo:
il Bobolink, il mare, il tuono, il grillo.
O meglio, la natura è armonia.
Natura è tutto quello che sappiamo
senza avere la capacità di dirlo,
tanto impotente è la nostra sapienza
a confronto della sua semplicità.
Powers è uno scrittore statunitense, attento osservatore delle relazioni umane e del mondo scientifico, specialmente se questo riguarda tecnologie ed ambiente. Nel 2018 vinse con Il Sussurro del Mondo il premio Pulitzer per la narrativa.
Il romanzo è appassionante ed originale già nella forma in cui si presenta. La sua struttura s’ispira alle diverse parti che formano gli alberi: Radici, Tronco, Chioma, Semi.
Il testo è ricco di personaggi, i principali sono ben nove e ad ognuno di loro corrisponde un albero. Tra fitte descrizioni spesso erudite, tra pensieri scientifici e regole imposte da una società ipocrita, prende forma una storia che, attraverso la scoperta delle piante, insegna l’importanza del vedere e sentire ciò che è diverso da noi.
Il Sussurro del Mondo è un’opera esemplare per mole di spunti e riflessioni, un lavoro faticoso per migliorare se stessi, un inno d’amore alla natura.
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I suoi alberi sono molto più socievoli di quanto Patricia sospettasse. Non ci sono esemplari isolati. E neppure specie separate. Tutto nella foresta è la foresta. La competizione non può essere separata dalle infinite fragranze della cooperazione. Gli alberi non lottano di più delle foglie su un unico albero. A quanto pare, in fondo la maggior parte della natura non sparge sangue come un animale feroce.
Thomas Hardy, scrittore dell’Ottocento inglese è stato la prova di come l’amore sia capace di sconvolgere l’esistenza. Ebbe infatti il coraggio di rifiutare il lavoro d’architetto a cui era destinato per dedicarsi alla sua passione, i libri. La scelta si rivelò proficua, furono tanti gli intellettuali che lo stimarono, primo fra tutti Charles Dickens.
Il romanzo scelto narra le la storia romantica e struggente fra un ragazzo di paese, Giles Winterborne, e la giovane Grace Melbury, figlia di un commerciante di legname che per convenzioni sociali, sceglie di sposare un medico.
Le vicende si svolgono sotto il vigile occhio degli alberi del bosco, silenziosi ed attenti osservatori di una felicità che sfugge ai personaggi del libro. A loro, indirettamente, sono poste le domande della storia. Che peso ha l’amore? Quanto è importante superare i nostri limiti e preconcetti? Perché sacrificare l’esistenza per il benessere?
Interrogativi difficili da districare ancor oggi attuali che Hardy non può risolvere ma che ci spinge ad analizzare. E se compiere il passo successivo spetta a noi, riflettere è di certo il punto giusto di partenza.
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Ella prese uno dei pini più piccoli e lo tirò su; poi sollevò un dito: e allora cominciò quel sospiro delicato, simile a una melodia, che sarebbe continuato giorno e notte, senza mai fermarsi, finché l'albero adulto non fosse stato abbattuto - il che, probabilmente, sarebbe accaduto molto tempo dopo la morte dei suoi piantatori.
"Penso", continuò la ragazza, "che sospirano perché gli dispiace molto incominciare a vivere - proprio come a noi".
[...]
Eppure tu e lui parlavate una lingua che nessun altro conosceva. Nemmeno mio padre, anche se si avvicinava a comprenderla. Parlavate la stessa lingua degli alberi, dei frutti e dei fiori.
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